ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Fotografia: a che punto siamo? (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Fotografia: a che punto siamo?
#8613
simone.sapienza (Utente)
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Sesso: Maschio La mia passione: la fotografia Ubicazione: Siracusa Compleanno: 1990-09-22
Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 0  
alb.o ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:
QUOTE:
Per i luoghi meravigliosi sconosciuti, invece, dove mi piace andare per qualche giorno e nei quali non è detto che riuscirò a visitare ancora, le cose sono diverse. Difficile pensare a qualcosa da dire su qualcosa che non si conosce a fondo e che sai non avrai il tempo di approfondire in loco. Allora che fai? Le strade sono due. O ci torni e ritorni, finché quella realtà diventa tua, finché inizi ad avere un propria opinione e qualcosa da dire, o resti in superficie, colpisci e scappi e cerchi di chiudere solo alcune foto slegate. Al ritorno sei costretto quindi a fare altre considerazioni: guardi le singole foto, discuti sulle singole fote, provi semmai a raggrupparle insieme per temi, per assonanze, per colore, per data di scatta, per luogo, etc. Da qui la mia insoddisfazione, legata quindi alle foto, non all’esperienza viaggio, alla compagnia ed alla condivisione di quei momenti. Quelle singole foto, nascono senza un disegno originale e pertanto è solo la tua cultura fotografica a guidarti, il tuo istinto, il tuo cuore… il risultato è che le contaminazioni si fanno sentire e come, ed allora finisci per cadere nel tranello. Il tempo è poco, la curiosità tanta, la sorpresa enorme… insomma “l’acqua e poca e la papera non galleggia”! Credo che per me funzioni così, che poi è più o meno come dici tu!


Alberto io non credo che sia un tuo limite. Stai semplicemente descrivendo un genere quale la fotografia di viaggio, che non è che l'evoluzione del portarsi la reflex quando fai la vacanza con moglie e amici.

Per me potresti essere come McCurry. Bravissimo a fare le foto d'istinto e poi "raggrupparle insieme per temi, per assonanze, per colore, per data di scatta, per luogo (...) senza un disegno originale e pertanto è solo la tua cultura fotografica a guidarti, il tuo istinto, il tuo cuore". Ma stai semplicemente cercando di fare un pacco regalo bello ad una scatola piena di briciole di una torta trita e ritrita che hai consumato. Una torta che invece vuoi produrre tu stesso!

Guarda il NG oggi. Non ci trovi nemmeno più solo i McCurry. Ci trovi Robin Hammond che fa "reportage/viaggio d'inchiesta sui diritti civili umani", ci trovi Guttenfelder che fa viaggio/reportage in Korea del Nord, ci trovi persino l'ultimo vincitore del World Press Photo con una foto che - guarda un pò - è stata scelta perchè stanchi di consumare quel tipo di fotogiornalismo e produrne di un altro tipo (la foto fa parte di un assignment del National Geographic).
Se questa voglia di produrre e non consumare avviene nel mondo del professionismo, dove spesso gli sponsor hanno più voce dei photo editor (e il pubblico è il consumismo finale), figurati se non puoi prenderti tu il lusso di voler cercare qualcosa di nuovo e di tuo, visto che non hai nessun pubblico da sfamare, come invece i magazine (e relativi sponsor) devo pensare, cosi come non hai limiti di tempo nè tanto meno dover contare sulla fotografia per campare economicamente. Sta qui il vantaggio del fotoamatore rispetto al professionista. Questo non vuol dire il caos e fare come vene si cunta. Perchè la fotografia per alcuni non è un passatempo come il giocare a Scopone, per alcuni è un modo di voler raccontare. E quando raccontiamo, a parole, a nessuno piacerebbe balbettare od esprimersi in un modo in cui non riusciamo veramente a trasmettere cosa pensiamo. Lo stesso in fotografia.
Pensa alla fotografia di architettura. Non bisogna fotografare l'architettura. Bisogna servirsi dell'architettura per fotografare. Stessa cosa mi viene in mente con il paesaggio.

Prova magari a fare lo stesso viaggio, con le stesse risate, fotografie quotidiane, lo stesso spirito, in un posto decisamente meno esotico, magari dietro casa. Ma la meta è l'ultima cosa da scegliere. Prima viene tutto il resto.

 
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#8622
simone.sapienza (Utente)
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Sesso: Maschio La mia passione: la fotografia Ubicazione: Siracusa Compleanno: 1990-09-22
Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 0  
 
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#8626
alb.o (Utente)
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Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
letto... molto interessante! (sarebbe bello approfondire e ritornarci a discutere su)!

consiglio anche questo "fresco fresco"!

http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2014/03/14/il-piu-facile-da-copiare/

(...)
«Ma quando un fotografo vede nel paesaggio una geometria di linee e di colori, be’, gliel’ho fatta vedere io. Quando un fotoamatore “fa un Fontana”, magari per ironizzare su di me, sono io che gli ho insegnato a guardare, a vedere quelle forme e quei toni».

Ottant’anni appena compiuti, Fontana non ha mai smesso di scattare. Nel mondo lo conoscono e lo riconoscono tutti per quelle fasce di pigmenti saturi, per quei campi di colore bilanciati come su un tavolo da disegno, l’innaturalità geometrica del paesaggi.

Gli va riconosciuto il coraggio di rivendicare il suo stile. Ma anche quello di aver cercato di non farne un cliché stanco. «Ci lascio andare loro, i “fontanini”, a cercare di replicare le mie foto fra le colline della Basilicata, io non ci sono più tornato, non mi piace ripetermi».

(...)

Tratto da un articolo di Michele Smargiassi.
 
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Ultima Modifica: 2014/03/14 10:22 Da alb.o.
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#8627
Caristofane (Utente)
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Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Errato doppio.
 
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Ultima Modifica: 2014/03/14 22:54 Da Caristofane.
 
E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
Henri Cartier-Bresson

Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
Andreas Feininger
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#8628
Caristofane (Utente)
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Socio Nr.: 409 Sesso: Maschio Compleanno: 1964-12-15
Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Cari Simone e Alberto, mi sembra che i vostri interventi abbiano vivacizzato alquanto questa discussione, come non esserne felici.
Peccato non intervengano anche altri, così da rendere partecipi al dibattito più persone, ciascuno con i propri pensieri, opinioni e punti di vista.
Convengo con voi su molti punti, seppur con qualche perplessità.
Riflettendo però su quanto voi, ed io stesso, e Pippo, abbiamo scritto mi è venuto in mente che la stragrande maggioranza dei nostri lettori possono essere corsisti o fotoamatori non pienamente addentro a tali complesse tematiche. Pertanto sarebbe utile spiegare ai suddetti lettori di cosa stiamo parlando, se no magari ci prendono per marziani.
La prima cosa che vi chiedo dunque di chiarire, anche con qualche esempio pratico, è l'idea di progetto, onde non spaventare nessuno.
La seconda è in che termini lo sviluppo di uno stile personale possa essere un limite.
Poi occorrerebbe chiarire che esistono comunque diverse poetiche e diversi stili.
Infine occorre capire a che scopo usiamo la fotografia, qual è il suo fine, a che serve, qual è (se c'è) la sua utilità e nel caso in cui la produciamo, che ci vogliamo fare, una volta prodotta? (Noi fotoamatori intendo). Da questo potrebbe derivare, io credo molto della sua utilità o inutilità.
Perché una cosa è produrre per il mercato dell'arte e un'altra è, per esempio, voler ricordare, fra vent'anni, come eravamo.
Prendetevi tempo e rispondete con calma, ma soprattutto con semplicità espositiva, perché tutti possano capire, come se lo doveste spiegare a un bambino di sei anni.
Leggendovi, ripensando soprattutto quanto Alberto (e qualcun altro) ha postato negli ultimi mesi (anni?) mi è venuta un'idea. Se la direzione ACAF fosse d'accordo, potremmo promuovere la diffusione e lo scambio delle discussioni più interessanti apparse su questo forum presso altri forum a livello nazionale, altri fotoclub, il sito della FIAF (sarà fondamentale l'aiuto di Pippo, Cosimo, Salvo, Daniele e altri ancora).
Tutto questo al fine di allargare ulteriormente i nostri scambi, che altrimenti finiscono per essere a tre o al massimo a quattro, e per uscire dal chiuso delle nostre quattro mura virtuali.
Anche perché alcuni dei suddetti lavori meritano di essere diffusi da noi prima di essere abusivamente piratati e spacciati in altre sedi.

.
Vi seguo con accresciuto interesse.

Seguiranno altre richieste

Emanuele



PS.
Alberto, mi dispiace, non sono del tutto d'accordo con la tua idea di fotografia consumata, anche se la sopporti con un nome come quello di Ando Gilardi. (Forse doverei leggerlo, questo libro).
Cosa intendi esattamente per fotografia consumata? Forse fotografia inutile, fotografia che per una, oggi indispensabile, sana economia, sarebbe meglio non produrre? O forse semplicemente fotografia senza un valore (economico-finanziario, artistico e quindi come sopra, esistenziale, quale?). E se vogliamo dare un valore a queste foto, per cosa saresti disposto a pagare, se potessi possedere una sola fotografia, per una gigantografia di Soth (tanto per fare un nome trascorso in queste pagine, ma va bene qualsiasi altro) o per una foto di tuo figlio? Chi stabilisce il valore? Chi il prezzo?
Prendiamo il famoso "selfie", per esempio, al di là del fenomeno sociale che costituisce e della emulazione che ogni moda comporta, al di là della nota auto-attestazione di esistenza in vita, rappresenta comunque un massaggio riguardante lo stato emotivo, il luogo, le attività che la persona in oggetto sta svolgendo. Rappresenta una prova (falsificabile) di quanto asserito (a parole). Rappresenta, se da un po'di tempo non ci si è visti, il modo per informare o ricordare del proprio aspetto fisico ed estetico. Insomma rappresenta un messaggio. Ha un valore?
È fotografia consumata? E quante parole avremmo dovuto consumare, quanto tempo, per comunicare le stesse notizie? E con quali parole potremmo descrivere le sembianze o l'avvenenza di un volto al punto di essere riconoscibile o esteticamente godibile, anche a distanza.
Inutile dire, parola e immagine sono complementari, ma non mutuamente interscambuabili. Poi certo tempestare le persone di propri selfie può essere inutile e fastidioso, può essere ai limiti dello stolking, ma come ogni cosa, non esistono in assoluto cose completamente buone o cattive, dipende dall'uso che se ne fa'. Persino io te ne ho mandato uno per scherzo, perfino tu li pubblichi su FB.
Forse questa non sarà la "Fotografia", ma resta sempre un "uso" della fotografia. E se una cosa ne fai uso, automaticamente un valore lo possiede, lo assume, diviene strumento, utensile.
Salto gli altri esempi e passo direttamente alle famigerate foto del Nepal: è fotografia consumata? Dipende dalla destinazione ultima che hai previsto per quelle foto. Se questa funzione è esprimere se stessi (ma perché allora andare fino al Nepal?), allora sì, possono essere foto inutili, ma solo se pensi di non essere riuscito. Se invece la funzione è quella, che poi è sempre stata la funzione della fotografia di viaggio, di riportare un documento, allora, per me, non è fotografia consumata. Nel senso che anche quelle foto hanno avuto un loro senso e una loro utilità. Molte persone hanno conosciuto un luogo e aspetti di questo luogo, a loro sconosciuti, attraverso quelle fotografie. Da quelle fotografie sono nate discussioni, confronti, ragionamenti, anche sulla fotografia. Tutte cose che mi fanno ritenere che quelle foto abbiamo un loro valore.
Persino le foto dei viaggi familiari, che sì, sono proprio foto automatiche per lo più, hanno una loro funzione e la loro perdita sarebbe per me una perdita grave.
Insomma io non considero inutili tutte quelle fotografie che soddisfano lo scopo per cui sono state create.
Ma forse sono semplicemente io che non ho capito niente... spiegatemelo come se fossi un bambino di sei anni.

Con affetto

Emanuele


Pps.
Potrei essere tenuto in consuderazione per fotoleggendo anch'io?
 
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#8629
alb.o (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: Catania Compleanno: 1973-03-08
Re:Fotografia: a che punto siamo? 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Nei fiumi di parole forse si perdono i concetti chiave.

Riepilogo breve per chiarezza.

1. Nulla in contrario su nessuna, dico nessuna, immagine esistente sul pianeta. Per me sono tutte benedette.

2. Non posso vederle tutte e non voglio, allora faccio selezione secondo una personale scala dei valori.

3. La mia selezione si basa su quelli che sono alcuni miei convincimenti che si fanno a poco a poco strada.

4. Uno di questi convincimenti è basato sull'appagare i miei interessi che crescendo imparo a riconoscere- Al momento (col tempo si cambia e quindi cambiano anche gli interessi) mi interessano le foto che nascono da un ragionamento, da un idea, da un progetto. Mi interessano le foto che parlano di poesia e di sentimento, che parlano profondamente del suo autore. Mi interessano ovviamente anche le foto che riguardano me il mio essere e quello dei miei cari (incluse le foto che vanno nel MIO album di famiglia). Su queste categorie di foto. mi piace soffermarmi più dei 2 secondi con cui ognuno di noi oggi approccia e liquida la maggior parte delle immagini che incontra durante la sua gornata.

5. La fotografia oggi si consuma per i motivi che ho spiegato. Non riesco a spiegarla meglio di come ho già fatto. Ma il fatto che sia consumo, permettetemi non è altro che aver dato un nome a quello che in tanti descrivete, ma che non definite. E' forse un eccesso di sistema, come dice Pippo, ed è comunque e certamente irrilevante dal momento che per me è appunto uno stato di fatto e pertanto dal momento che la tendenza non muterebbe se la si chiami consumo o uso distratto, o uso superficiale, o eccesso di scatti, o bisogno compulsivo di scattare o in mille altri modi. Oltre tutto non mi sogno minimamente di convincere nessuno e trovo sacrosanto, nel XXI secolo, il diritto di consumare per chi vuole esercitarlo (ed anch'io lo esercito). Trovo pertanto poco utile insistere sull'argomento.

Questo in sintesi i concetti da me fin ora espressi.


RIPORTO alcune frasi da me scritte in precedenza per chiarezza sul mio non essere, o peggio sentirmi, al di sopra delle parti.



(…)
La mia ricerca di un'identità e di una collocazione storica in ambito fotografico nasce da un disaggio personale ben preciso, dovuto al desiderio di non uniformarmi alla fotografia del consumo.
Tuttavia fotografo ancora da "poco" (o da "tanto" secondo i punti di vista) e la cosa non mi risulta per nulla facile.
(…)
Come detto non è una visione negativa, non c'è nulla di male nel nostro viaggio in Nepal o nel successivo in India, ci siamo divertiti, abbiamo vissuto una bellissima esperienza in un posto molto diverso dal nostro. Non c'è nulla di male nel voler fare una fotografia (che siamo in grado di fare) e condividerla con i nostri amici, appenderla al muro di casa, fare una mostra o una serata di intrattenimento, per carità, non mi pare di aver detto questo. Lo faccio e ne godo nel farlo… Sacrosanto e che ben venga!
Il punto è che mi piacerebbe farlo con fotografie mie (nel senso più intimo del termine) e non prese in prestito da qualcun altro… Come fai a cambiare direzione ed a produrre fotografia veramente tua, senza idee, senza cercare una poetica che possa diventare la tua?
(…)
Come detto al crescere del grado culturale cresce il bisogno del consumo dei suoi prodotti (quadri, libri, musica, fotografia) ed anche questa è una possibilità che non dovrebbe essere negata. Allora l'amatore che ha raggiunto un discreto livello culturale che gli consente di "fare" delle foto "piacevoli, belle o meravigliose" non "fa " una foto, ma la "prende" con un apparecchio che la "fa". Questo è quello che penso io e chiedo scusa se mi sono impossessato di alcune frasi di Ando Gilardi, ma l'ho fatto a fin di bene, per provare a spiegarmi un po' meglio.
(…)
Fin tanto detto e scritto, continuo a non trovarci nulla di male, continua a sembrarmi una cosa ovvia, evidente ed innegabile. Credo in sincerità sia tutto abbastanza vero (almeno abbastanza). Il problema nasce se nasce solo dopo che la macchina l'ha fatta quella famosa foto, ossia quando ci si illuda di essere inventore o creatore di quella immagine. Tu hai ragione Emanuele, se la fai scegli il soggetto, la posizione di ripresa, il diaframma - il tempo (questi ultimi FORSE e sicuramente no se usi il telefonino), l'orario a cui scattare… è vero, ed anch'io ammetto che per farlo al meglio occorre una buona cultura, ma da qui a dire che la foto l'hai "fatta" tu… ne sei davvero sicuro? Ci potresti giurare sopra? Io credo che in quel momento non fai altro che assemblare e scegliere tra le tue foto possibili, quella che vuoi prendere.
(…)
Cerco conforto nelle idee, nella ricerca (formazione) di una poetica personale, in un sapermi guardare dentro e capire prima me stesso e poi il soggetto che scelgo. Avere un concetto, un'idea e crearci un progetto. Che ci posso fare è una deformazione congenita… Senza questi ingredienti, mi diverto, ma diverto e basta… Io cerco di più! Non so se lo troverò mai, ma lo cerco con tutto me stesso!


In tutta onestà, al momento non vi saprei dire di più… In attesa di un ulteriore "crescita" che mi faccia cambiare idea… attendo anch'io altri punti di vista!



PS Se acquisto una fotografia non vuol dire che essa sia più nobile di un'altra mai acquistata prima… però davvero credo che il concetto sia talmente semplice da passare per estremamente difficile. Per me valgono le foto che salvo io. Per ME, IO. Per TE, quelle che salvi TU. E via dicendo. Se inizi ad essere cosciente di cosa vuoi salvare, inizi a capire che foto vuoi fare. Se capisci che foto vuoi fare, capisci quali foto hanno valore per TE. Se hanno valore per te, il resto non importa. Credo di aver spiegato quali hanno valore per ME. Il che non vuol dire che alcune di queste (o forse tutte, siano comunque foto consumo)… Il termine consumo, non vuol dire che non si produce valore. Come detto, più ampia è la conoscenza e maggiore è l'esigenza di consumare, costumando cresce ancora la cultura (la cultura ha un valore, direttamente proporzionale alla quantità e qualità), ma qui si finisce per essere richiamati da Pippo per utilizzo improprio del pensiero…
Emanuele, la prossima domanda a 4 occhi. Non riesco per iscritto a spiegarmi diversamente! Sorry! E poi, è così bello non essere d'accordo per una volta! Un abbraccio.
 
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Ultima Modifica: 2014/03/17 18:17 Da alb.o.
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