ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE
#8493
alb.o (Utente)
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Eppure io ho sentito con le mie orecchie ed in vari luoghi che la fotografia che segue non è corretta...

si tratta di una foto di un fotoamatore contemporaneo, che ha seguito un ragionamento, un pensiero ed ha costruito un lavoro...



bello, brutto, interessante o privo di interesse, non è questo il senso del discorso... Però! Però l'errore rispetto a che cosa? Perchè non è accettabile? Chi , cosa e perchè, ci si spinge a giudicare? Cosa insegnamo nei corsi base? Cosa sta scritto nei manuali tecnici di fotografia? Quali strade sono lecite e quali no in fotografia? Quali criteri utilizzare? E' indispensabile conoscere il pensiero e l'estetica di un fotografo (amatore o professionista, o scarso, noto o sconosciuto) prima di giudicare una foto? Attenzione parlo di giudizio, non di lettura!

Allora giudichiamo rispetto a cosa? al senso comune che si sviluppa per contaminazioni di gusto che si diffondono a macchia di leopardo geograficamente e temporalmente a livello entropico o che altro?

Per inciso la foto si chiama "il cielo sopra di noi" ed è di Rossella Fernandez. ovviamente è un pretesto, ma che ripropone ciclicamente lo stesso discorso da un secolo a questa parte... Il valore di una foto? Il valore del fotografo? Il senso, la tecnica, il significato?

SOLO DOMANDE PER ORA... io al momento non ho ancora risposte chiare, non ho più certezze e sono felice che sia così... inizio però a pensare che uyn qualche ordine (quanto meno convenzionale) possa essere d'aiuto, anche perchè pensare che il paesaggio non esiste, mi mette in serie difficoltà... io so che esiste! ...ma questo è un altro tema di cui sentiremo parlare certamente per molto tempo!

Per oggi Vi saluto... e sempre occhio alle date, ci sono altre carrellate a breve scadenza!



PS Rossella spero non ti dispiaccia per l'uso indebito della tua foto (che peraltro "mi piace".
 
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Ultima Modifica: 2014/03/11 09:42 Da alb.o.
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#8496
Caristofane (Utente)
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Grande !
Bella digressione, istruttiva e stimolante.
Non ricordo se la foto di Rossella l'avevo vista prima, ma mi sembra di no. Ne avevo vista una simile (anche in fase di realizzazione) in cui c'era la mia ombra
Questa mi piace molto e mi apre un mondo di pensieri.
Probabilmente per merito di Alberto che ci ha letteralmente preso per mano e portato a... "vedere il mondo con occhi nuovi"!
Grazie a entrambi
 
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E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
Henri Cartier-Bresson

Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
Andreas Feininger
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#8515
alb.o (Utente)
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 2 Mesi fa Karma: 2  
Grazie Emanuele... direi che Rossella ha una lunga serie di fotografie sul tema, molte ancora più significativamente "simili" a quelle precedentemente proposte!

Come in ogni cosa, quando ragionata e fatta non casualmente, il discorso assume una "luce" sempre interessante!

 
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#8516
alb.o (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: Catania Compleanno: 1973-03-08
Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 2 Mesi fa Karma: 2  
Jacques Henri Lartigue (1894 - 1986)

Ci sono rari casi in cui il talento coincide con una tecnica sopraffina. E’ questo certamente il caso di Jacques Henri Lartigue, che sin da piccolissimo (10 anni pare) riusciva ad anticipare i grandi della generazione successiva.

Lartigue ebbe certamente un infanzia da privilegiato e furono probabilmente queste condizioni al contorno, di cui lui seppe approfittare, che consentirono la cura e la crescita del suo talento. In effetti dalle fotografie rimaste praticamente sconosciute fino alla seconda metà del XX secolo, sembrerebbe apparire un’infanzia ed una vita felice, ricca di lusso, sfarzi, serenità ed interesse per il bello e per l’arte, oltre che ovviamente per la fotografia in se stessa.

Lartigue ci regala documenti preziosi ed importanti, tra le quali (difficile a credersi data l’epoca, le prime foto risalgono anche al 1905) troviamo anche del prezioso e ben eseguito mosso e sfuocato.

Risulta quindi di notevole interesse, ormai storico, la grande intuizione del giovane talento, che finì inevitabilmente per influenzare le generazioni di fotografi successive.

Sfogliando gli album di Lartigue, così usava conservare le sue scoperte, i suoi ricordi, i suoi documenti, si ritrovano moltissimi temi e tecniche riproposti in tempi recenti dalle avanguardie. Per me un caposaldo della fotografia da tenere sempre in mente prima di dire “guarda un po’ cosa ho inventato”… probabilmente ci aveva già pensato lui un secolo prima (dico 100 anni)!

Sapete tutti in Acaf quanto io sia attratto dal mosso, dal fuori fuoco e da praticamente tutti gli “errori” fotografici di cui stiamo discutendo, eppure dopo aver posto un po’ di attenzione su ciò che di fatto veniva fatto sin dagli inizi del secolo scorso, sento certamente il bisogno di stare molto attento e riflettere molto di più prima di riutilizzare certe tecniche.

Su queste riflessioni, che spero riesca ad approfondire nel corso di questi appunti, avremo modo di tornarci, ma certo è che Lartigue è spesso presente nei miei sogni quasi a voler ricordarmi di procedere con estrema cautela…


 
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Ultima Modifica: 2014/01/30 10:14 Da alb.o.
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#8550
alb.o (Utente)
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
“la percezione stessa di ciò che è un’opera errata dipende (…) per una parte non trascurabile, dal tempo in cui si situa colui che la riceve come tale”
Pierre Bayard (op. cit. “l’errore fotografico”)


…e niente di più vero!!!


Per provare questo assunto Cheroux ci regala un unico magnifico esempio tirando ancora una volta in ballo due grandi protagonisti della fotografia Henri Lartigue e Man Ray (restiamo quindi ancora con loro per un po’). Nel 1913 (ancora date) Lartigue amante delle automobili e delle corse, oltre che della velocità (vuoi o non vuoi il futurismo si sente vibrare anche dalle sue parti), fotografa durante il Gran Premio dell’Automobile Club de France l’auto numero 6 di Croquet in un frangente di gara. Tornato nella sua camera oscura, a seguito dello sviluppo, Lartigue mette da parte il risultato perchè non soddisfacente... in altre parole e per intenderci meglio, Lartigue scarta la sua fotografia (la cestina).

 
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Ultima Modifica: 2014/03/04 12:48 Da alb.o.
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#8551
alb.o (Utente)
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Re:RIFLESSIONI: IMPARARE A SBAGLIARE 10 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
A questo punto occorre chiedersi il perchè?

Cosa spinge Lartigue a sottovalutare il suo scatto ed a far scrivere nei suoi appunti “soggetto mal fotografato”?

Osserviamo con attenzione lo scatto e consideriamolo nel contesto storico in cui nasce. Ricordiamo che Lartigue era all’epoca un giovane fotoamatore, e se consideriamo ahimè le famigerate regole dettate da presunti canonici fotografici, in effetti quella foto risulta “sbagliata” per almeno cinque motivi:

1 flou;
2 mossa;
3 decentrata, ossia non fa riferimento ai canoni della composizione del tempo;
4 deformata;
5 il soggetto principale è tagliato, c’è quindi un errore di inquadratura.


Già dal 1901 furono dedicati interi articoli sulle deformazioni simili dovute a problemi di otturatore a tendina. Tecnicamente veniva già spiegato quale era il fenomeno che generava la deformazione (nel caso specifico vd. la ruota ovalizzata) con articoli specifici ed estremamente dettagliati. La foto veniva categoricamente indicata come errata... e così obbedì Lartigue! Possiamo poi passarci una mano sulla coscienza e chiederci in quanti avremmo tenuto quella fotografia se fosse stata nostra, ma questo è altro discorso...

Nel 1924 inizia a circolare una foto di Man Ray di un’auto in corsa deformata dalla sua velocità, viene da lui stesso inviata ad un suo amico (Francis Picabia), senza poter non notare come il Flou, il mosso e la deformazione accentuassero il senso del movimento e della dinamicità. Un autore attento all’errore ed alla sperimentazione mette in discussione i canoni in voga e scopre ciò che oggi appare evidente e quasi scontato. Da quel momento il mosso, il flou, la deformaione da quel momento sono sdoganati ed iniziano ad apparire sulle riviste specializzate.

 
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Ultima Modifica: 2014/03/04 12:52 Da alb.o.
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