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Il valore di una fotografia. (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Il valore di una fotografia.
#7243
Caristofane (Utente)
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Socio Nr.: 409 Sesso: Maschio Compleanno: 1964-12-15
Il valore di una fotografia. 11 Anni, 5 Mesi fa Karma: 2  
Le discussioni dell'altra sera mi hanno stimolato delle riflessioni, teoriche, ingenue se volete. A queste considerazioni come sempre, ormai lo sapete, sono seguite delle provocazioni che qui vi propongo.

Le mie riflessioni vertivano su due punti: il valore dell'immagine fotografica ai tempi del digitale e, per conseguenza, quanto siamo disposti a sacrificare in termini di tempo, impegno e denaro in cambio di una “buona fotografia”.

La mia è una considerazione sul digitale, forse diversa, forse nuova (almeno fino ad oggi non ho letto nessuna considerazione simile), forse ingenua o semplicemente romantica.


Ai tempi dell'analogico la fotografia aveva un corpo e una sostanza: la pellicola prima, la stampa poi. Un costo: l'acquisto dei suddetti materiali, appunto. E una persistenza fisica.

Nell'epoca del digitale la fotografia ha perso corpo, peso, consistenza e costi.

Fare una fotografia non costa nulla. In termini economici, ma anche di difficoltà tecnica (tutto è automatico se vogliamo) e di reperibilità del mezzo (tutti hanno una macchinetta o almeno uno smartphone).

Oggi la pubblicazione dell'immagine è sì più semplice, ma anche più effimera: la foto oggi gloriosa sul tale sito o network sarà fra non molto dimenticata. Sommersa da decine di altre nuove anche se meno belle. Presto sarà per sempre seppellita e dimenticata. Incidentalmente anche il furto dell'immagine diventa un discorso più complesso e difficile da evitare e perseguire.

Dal costo nullo al valore nullo il passo è breve. In quest'ottica perché spendere tempo e fatica per realizzare una fotografia?
Perché svegliarsi all'alba? Perché impegnarsi, progettare?

Ma se una cosa è semplice chiunque la può fare.

Allora cosa distingurà la mia foto da milioni di consimili realizzate con la compatta o con lo smartphone dalla nonnetta o dal ragazzino? Cosa darà valore, per lo meno estetico alla mia foto?

Certo se io fossi Cartier-Bresson riuscirei forse a realizzare delle immagini formalmente perfette, che probabilmente se ne fregano della luce o del soggetto, ma se così non è, e non lo è, cosa posso fare io per rendere le mie immagini diverse dai milioni di altre prodotte.

Per me la risposta non può che essere una: impegno e sacrificio!

L'impegno sarà quello di valutare un soggetto, un argomento, una poetica, se volete.

Il sacrificio sarà quello di mettere in pratica tutto ciò. Alzarsi presto o fare tardi a seconda della luce. Studiare luoghi o ambientazioni. Documentarsi. Parlare con le persone.

Ma se il valore della fotografia è nullo ne vale la pena?

Forse dovremmo ridare un corpo, un peso e un valore (e un costo) alle nostre immagini.

Forse evitando che rimangano una volatile serie di 0 e 1 su di una memoria digitale, pronti a scomparire con un semplice “canc” o salto di tensione o guasto del computer acquisteranno di nuovo valore ed allora forse, e sottolineo forse, sarà valsa la pena fare qualche sacrificio per realizzarle!

Auguro come al solito buona luce a tutti,

Emanuele Canino

 
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Ultima Modifica: 2012/10/25 13:15 Da Caristofane.
 
E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
Henri Cartier-Bresson

Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
Andreas Feininger
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#7251
GiuseppePagano (Utente)
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Messaggi: 9
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Compleanno: 1968-11-13
Re:Il valore di una fotografia. 11 Anni, 5 Mesi fa Karma: 0  
Stimolanti riflessioni le tue. Mi permetto di dire la mia, da "novellino" ...

Parliamo di "consumismo fotografico" ...

Il valore estetico di una foto credo rimanga immutato, sia che la foto sia stata scattata in analogico che in digitale. Forse è una risposta fin troppo semplice ma per me è così. Con il digitale gli scatti abbondano ... Il rischio di inflazionamento c'è, ma come in tutte le cose la qualità applicherà un distinguo.

Io credo che la "qualità" ed il "dubbio" ci possano salvare da un atteggiamento consumistico in tutti i sensi. Se centinaia di persone scattano con gli smartphone, che facciano pure, cosa avrà di diverso la loro foto dalla "tua" foto? ... La qualità, dove qualità significa come dici giustamente tu, sacrificio, studio, applicazione di teorie, perdita di sonno, anche le tue foto, studiate, ma non riuscite, sono qualità, poiché ti permetteranno di imparare cose che ancora non avevi visto, la qualità è cugina della passione. Gli "scattatori compulsivi" non sapranno nemmeno cosa vuol dire tutto questo, ma poco importa. Il modo in cui si fanno le cose è importante, questo è un concetto che la mente consumistica sta cancellando. Ne vale la pena? Chiediti quanta passione hai ed avrai la risposta.

E' vero la consistenza delle foto è cambiata, ma la cura del nostro archivio digitale deve avere le stesse attenzioni dell'archivio cartaceo, con la differenza che l'ammontare di tempo e denaro che ci vorrebbero nel riprodurre una sola copia del nostro archivio cartaceo farebbe sorridere istericamente. La possibilità di non perdere la propria collezione di scatti secondo me è aumentata, bisogna applicare delle regole, poche ma rigide; sempre copie di salvataggio, sempre, e più di una, ed una copia sempre aggiornata in un posto fuori dalla propria casa. Il peso? Anche io apprezzo molto la copia cartacea e nessuno vieta di far stampare i propri scatti.

Nel tuo post affermi "Dal costo nullo al valore nullo il passo è breve". Io credo che il valore di una foto sia lontano dal costo (in termini economici). Non so se nell'arte ci siano dei valori assoluti, ci saranno sicuramente dei valori concordi per cui un opera è considerata bella, ed il fatto che ce ne siano molte altre simili non offusca il valore del "bello". E se una foto è considerata bella, anche se scattata con uno smartphone, rimane bella comunque, tanto di cappello a chi l'ha fatta, se è stata solo fortuna il tempo ce lo dirà sicuramente poichè non sentiremo più parlare del John Doe di turno.

Il costo delle foto di oggi? Il tempo. Ce ne concediamo e ne abbiamo a disposizione sempre meno, ed è diventata una moneta molto cara. Spenderlo per progettare, studiare e mette in atto lo scatto pensato è il vero costo secondo me.


Grazie per la provocazione …
Semper "Buona Luce!"

GP
 
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#7252
alb.o (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: Catania Compleanno: 1973-03-08
Re:Il valore di una fotografia. 11 Anni, 5 Mesi fa Karma: 2  
Altro argomento interessante! Complimento Emanuele!

Concordo su tutta la linea. La diffusione di massa della fotografia digitale ha certamente generato una grande offerta, spesso a scapito della qualità, determinando la crisi del valore ed il crollo del prezzo. Crollato il prezzo, si perde il primo grande indicatore del valore di un prodotto nella società moderna (chiedo scusa agli economisti per la brutale ed approssimativa sintesi). Allora come fare oggi a capire quando una foto vale e quando no? od ancora peggio come fare a determinare quanto vale una fotografia?

Ridare un mercato alle foto, potrebbe certamente ridare "aria" e spazio alla Fotografia: la mia foto fa schifo e la vendo ad un euro, la tua è stupenda la vendi a 10000 euro! Semplificazione brutale ma che in teoria potrebbe funzionare e darebbe una risposta al quesito di partenza. Certamente però, a chi dovrebbe rimettere in moto il mercato, ciò non fa affatto comodo, ed allora meglio continuare pescare nel mucchio a costo zero o quasi, piuttosto che ricercare la qualità e spendere soldi… Problema globale, immagino, presente in tutte le arti ed i mestieri, specialmente in un momento di crisi…

Ed allora, fermo restando che ridare un valore monetario alle fotografie risolverebbe forse il problema alla radice, anche se oggi purtroppo come detto non è il prezzo (ed il mercato) che determina il valore di una foto, come fare a trovare un parametro od una scala di valori adeguata a risolvere oggi questo problema?

Tu dici: impegno e sacrificio! L'impegno di valutare un soggetto, un argomento, una poetica. Il sacrificio di alzarsi presto o fare tardi di studiare di documentarsi di parlare con le persone. E come darti torto? Ma è sufficiente? Per una valutazione personale del proprio lavoro certamente si, il sistema di riferimento in cui operi è certamente quello corretto, ed i parametri sono anche per me quelli corretti, necessari e sufficienti. Però in senso assoluto, ossia se la valutazione della fotografia vuole essere riferita alla valenza che le proprie foto assumono rispetto a quelle di altri autori, cambiando quindi il sistema di riferimento in cui operi, allora si finisce per doversi inevitabilmente chiedere anche altre domande.

Se impiego 10 anni per sviluppare un determinato tema, e la qualità tecnica resta comunque scarsa, quanto vale in questo caso quel lavoro? E se la qualità tecnica è accettabile o addirittura eccelsa ma il contenuto è banale, scontato, visto o rivisto?
E se invece passo un mese su un lavoro, qualità tecnica più o meno mediocre, ma nuovo, fresco di grande fascino? Quanto vale? Quale vale di più tra i due lavori in esempio?

Il tema è estremamente complesso! Tu lo sai e da "gran provocatore" hai come al solito stimolato le menti ed i pensieri di noi tutti, a prescindere di chi risponde e chi no, al presente dibattito on line!

Giuseppe ad esempio offre un'altra chiave di lettura interessante molto più poetica nella sua prima parte e molto pragmatica in chiusura. Per Giuseppe il vero costo delle foto oggi è determinato dal tempo che riesci a dedicargli… Vero anche questo, ma è un valore confrontabile? Nel senso se io sono un contemplatore od un personaggio caratterialmente distratto impiegherò certamente molto più tempo (a parità di condizioni) di un individuo caratterialmente concreto pragmatico e determinato, che punta al sodo, lasciandosi dietro poche domande ed ancor meno risposte… Oltretutto, anche il valore del tempo varia la variare delle condizioni in cui ogni singolo individuo si trova ad operare. Il tempo di un pensionato ha sicuramente una valenza diversa rispetto al tempo del giovane manager con famiglia; il tempo di un tunisino maschio ha sicuramente un significato diverso rispetto ad una connazionale donna… etc. etc.
Ed allora come fare a trovare un parametro che stia a monte del sacrificio, dell'impegno e del tempo, che possa sostituire il vecchio "prezzo" dettato una volta dal mercato, ed oggi inesistente?
Mi sforzo di andare oltre i miei convincimenti, ma ancora una volta io non trovo risposte diverse dalla solita!

La mia personalissima opinione, lungi da voler assumere carattere di verità assoluta, è che occorra un parametro in grado di stabilire l'esatto valore di una fotografia o di un lavoro fotografico (e quindi si spera anche un prezzo) al di là delle caratteristiche proprie dell'autore. Al di là quindi della velocità, del tempo, del grado di sacrificio e di impegno che ogni autore possa metterci. Non dobbiamo dare un valore a qualcuno, ma all'operato di questo individuo. Ricordiamo sempre lo schema di Pippo. valutiamo il segno della realtà così come visto ed interpretato dall'autore. Oggetto della valutazione è quindi sempre il "cosa" ed il "come". Alla luce di ciò, per me questo parametro che può essere un vero discriminante è l'IDEA. Ovviamente a parità di qualità tecnica, che trovo imprescindibile, salvo che diversamente dichiarata dalle esigenze dettate dall'idea stessa e della bontà del "come".
Poi se per realizzare quel lavoro avrai da sacrificarti 10 o 100, spendere 1 anno o 5 del tuo tempo, beh questi sono variabile certamente indicative ed estremamente importanti (se e quando reali e/o rese note), ma non determinanti in assoluto; ritengo infatti questi siano parametri impiegati dall'autore, determinati dall'intenzione dello stesso, di riuscire a collocare il tuo sforzo all'interno di un sistema che possa promuoverti ed onorarti di ricevere un giudizio di valore da parte di chi, speriamo, possa anche arrivare un giorno a ristabilirne un prezzo.

Faccio un esempio che mi ha molto colpito.
Si tratta di un lavoro di Tomato Sawada.
Questa giovane fotografa ammette di aver sofferto per un lungo periodo di un complesso di inferiorità determinato dal suo aspetto fisico. Si accorse però col tempo che tale malessere veniva a cessare temporaneamente ogni qualvolta utilizzava dei "travestimenti", dettati da diverse acconciature, make up ed abbigliamento. Per un paio d'anni a questo punto la ragazza si è recata in una cabina fotografica, per realizzare le classiche 4 fototessere del personaggio che in quel preciso momento stava aiutandola a "sentirsi meglio". Centinaia di diversi personaggi in formato tessera, in qualità di una fototessera, nel tempo di uno scatto da macchinetta espressa, moltiplicato per il numero dei personaggi. Cosa valutate in questo lavoro, il tempo? Il sacrificio? L'impegno? Si certo diciamo che di questi parametri ne teniamo assolutamente gran conto, ma non credete che sia l'IDEA il vero oggetto di valutazione? Parte del fascino di questo lavoro credo sia dettato dalla "lenta cancellazione della Sawanda originale". Si può parlare di originale o sono tutte versioni originali che compongono la lunga metamorfosi di una fase di crescita?

Dopo di ciò… da oggi le mie foto sono ufficialmente in vendita… qualora qualcuno fosse interessato, contattarmi in privato.
No perdi tempo!

Alberto
 
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Ultima Modifica: 2012/10/28 18:11 Da alb.o.
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#7255
alb.o (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: Catania Compleanno: 1973-03-08
Re:Il valore di una fotografia. 11 Anni, 5 Mesi fa Karma: 2  
Ed allora, dal momento che non ho ancora venduto neanche una foto… mi costringete rinunciare alle mie velleità commerciali… pazienza!!!

…facciamo un ulteriore esempio. Quanto vale il lavoro di Salvo Cavalli di ieri sera?

Per me moltissimo!!!

Ma cosa sto valutando per arrivare alla positiva sensazione appena enunciata?
L'idea? Certamente no!

E' apparso chiaro agli occhi di tutti infatti che la valenza documentativa espressa ieri sera dal lavoro di Salvo era ed è notevolissima…

se a ciò aggiungiamo una sottolineatura di Pippo durante la serata, quando ci faceva notare che l'idea è qualcosa valutabile si, ma solo in modo estremamente soggettivo, allora non posso che concordare sul fatto che è meglio non avventurarsi sul piano delle valutazioni soggettive, sarebbe una tendenza al quanto rischiosa!

I contenuti del seminario di aprile scorso sulla lettura e sulla valutazione di una fotografia restano con ogni probabilità la risposta più concreta a questo tipo di problematica! Ed allora anche l'idea, come il tempo, l'impegno ed il sacrificio consideriamoli certo, ma sempre con le dovute "precauzioni"!

o no? restano sempre considerazioni personali a voce alta, ovviamente…


Saluti e buon viaggio!!!!

Alb.o
 
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