Altro argomento interessante! Complimento Emanuele!
Concordo su tutta la linea. La diffusione di massa della fotografia digitale ha certamente generato una grande offerta, spesso a scapito della qualità, determinando la crisi del valore ed il crollo del prezzo. Crollato il prezzo, si perde il primo grande indicatore del valore di un prodotto nella società moderna (chiedo scusa agli economisti per la brutale ed approssimativa sintesi). Allora come fare oggi a capire quando una foto vale e quando no? od ancora peggio come fare a determinare quanto vale una fotografia?
Ridare un mercato alle foto, potrebbe certamente ridare "aria" e spazio alla Fotografia: la mia foto fa schifo e la vendo ad un euro, la tua è stupenda la vendi a 10000 euro! Semplificazione brutale ma che in teoria potrebbe funzionare e darebbe una risposta al quesito di partenza. Certamente però, a chi dovrebbe rimettere in moto il mercato, ciò non fa affatto comodo, ed allora meglio continuare pescare nel mucchio a costo zero o quasi, piuttosto che ricercare la qualità e spendere soldi… Problema globale, immagino, presente in tutte le arti ed i mestieri, specialmente in un momento di crisi…
Ed allora, fermo restando che ridare un valore monetario alle fotografie risolverebbe forse il problema alla radice, anche se oggi purtroppo come detto non è il prezzo (ed il mercato) che determina il valore di una foto, come fare a trovare un parametro od una scala di valori adeguata a risolvere oggi questo problema?
Tu dici: impegno e sacrificio! L'impegno di valutare un soggetto, un argomento, una poetica. Il sacrificio di alzarsi presto o fare tardi di studiare di documentarsi di parlare con le persone. E come darti torto? Ma è sufficiente? Per una valutazione personale del proprio lavoro certamente si, il sistema di riferimento in cui operi è certamente quello corretto, ed i parametri sono anche per me quelli corretti, necessari e sufficienti. Però in senso assoluto, ossia se la valutazione della fotografia vuole essere riferita alla valenza che le proprie foto assumono rispetto a quelle di altri autori, cambiando quindi il sistema di riferimento in cui operi, allora si finisce per doversi inevitabilmente chiedere anche altre domande.
Se impiego 10 anni per sviluppare un determinato tema, e la qualità tecnica resta comunque scarsa, quanto vale in questo caso quel lavoro? E se la qualità tecnica è accettabile o addirittura eccelsa ma il contenuto è banale, scontato, visto o rivisto?
E se invece passo un mese su un lavoro, qualità tecnica più o meno mediocre, ma nuovo, fresco di grande fascino? Quanto vale? Quale vale di più tra i due lavori in esempio?
Il tema è estremamente complesso! Tu lo sai e da "gran provocatore" hai come al solito stimolato le menti ed i pensieri di noi tutti, a prescindere di chi risponde e chi no, al presente dibattito on line!
Giuseppe ad esempio offre un'altra chiave di lettura interessante molto più poetica nella sua prima parte e molto pragmatica in chiusura. Per Giuseppe il vero costo delle foto oggi è determinato dal tempo che riesci a dedicargli… Vero anche questo, ma è un valore confrontabile? Nel senso se io sono un contemplatore od un personaggio caratterialmente distratto impiegherò certamente molto più tempo (a parità di condizioni) di un individuo caratterialmente concreto pragmatico e determinato, che punta al sodo, lasciandosi dietro poche domande ed ancor meno risposte… Oltretutto, anche il valore del tempo varia la variare delle condizioni in cui ogni singolo individuo si trova ad operare. Il tempo di un pensionato ha sicuramente una valenza diversa rispetto al tempo del giovane manager con famiglia; il tempo di un tunisino maschio ha sicuramente un significato diverso rispetto ad una connazionale donna… etc. etc.
Ed allora come fare a trovare un parametro che stia a monte del sacrificio, dell'impegno e del tempo, che possa sostituire il vecchio "prezzo" dettato una volta dal mercato, ed oggi inesistente?
Mi sforzo di andare oltre i miei convincimenti, ma ancora una volta io non trovo risposte diverse dalla solita!
La mia personalissima opinione, lungi da voler assumere carattere di verità assoluta, è che occorra un parametro in grado di stabilire l'esatto valore di una fotografia o di un lavoro fotografico (e quindi si spera anche un prezzo) al di là delle caratteristiche proprie dell'autore. Al di là quindi della velocità, del tempo, del grado di sacrificio e di impegno che ogni autore possa metterci. Non dobbiamo dare un valore a qualcuno, ma all'operato di questo individuo. Ricordiamo sempre lo schema di Pippo. valutiamo il segno della realtà così come visto ed interpretato dall'autore. Oggetto della valutazione è quindi sempre il "cosa" ed il "come". Alla luce di ciò, per me questo parametro che può essere un vero discriminante è l'IDEA. Ovviamente a parità di qualità tecnica, che trovo imprescindibile, salvo che diversamente dichiarata dalle esigenze dettate dall'idea stessa e della bontà del "come".
Poi se per realizzare quel lavoro avrai da sacrificarti 10 o 100, spendere 1 anno o 5 del tuo tempo, beh questi sono variabile certamente indicative ed estremamente importanti (se e quando reali e/o rese note), ma non determinanti in assoluto; ritengo infatti questi siano parametri impiegati dall'autore, determinati dall'intenzione dello stesso, di riuscire a collocare il tuo sforzo all'interno di un sistema che possa promuoverti ed onorarti di ricevere un giudizio di valore da parte di chi, speriamo, possa anche arrivare un giorno a ristabilirne un prezzo.
Faccio un esempio che mi ha molto colpito.
Si tratta di un lavoro di Tomato Sawada.
Questa giovane fotografa ammette di aver sofferto per un lungo periodo di un complesso di inferiorità determinato dal suo aspetto fisico. Si accorse però col tempo che tale malessere veniva a cessare temporaneamente ogni qualvolta utilizzava dei "travestimenti", dettati da diverse acconciature, make up ed abbigliamento. Per un paio d'anni a questo punto la ragazza si è recata in una cabina fotografica, per realizzare le classiche 4 fototessere del personaggio che in quel preciso momento stava aiutandola a "sentirsi meglio". Centinaia di diversi personaggi in formato tessera, in qualità di una fototessera, nel tempo di uno scatto da macchinetta espressa, moltiplicato per il numero dei personaggi. Cosa valutate in questo lavoro, il tempo? Il sacrificio? L'impegno? Si certo diciamo che di questi parametri ne teniamo assolutamente gran conto, ma non credete che sia l'IDEA il vero oggetto di valutazione? Parte del fascino di questo lavoro credo sia dettato dalla "lenta cancellazione della Sawanda originale". Si può parlare di originale o sono tutte versioni originali che compongono la lunga metamorfosi di una fase di crescita?
Dopo di ciò… da oggi le mie foto sono ufficialmente in vendita… qualora qualcuno fosse interessato, contattarmi in privato.
No perdi tempo!
Alberto