ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

Piove sul bagnato!

Appena rientrato dalle Ciminiere... come detto c'era Peppino Leone al Med Photo Fest...

Sapevate che Peppino Leone a Parigi per 8 giorni, non si è sentito di fotografare. Poco tempo, non era riuscito ad immergersi nella realtà di Parigi, diversa dalla Parigi dei grandi fotografi francesi che amava ed attraverso cui conosceva Parigi!!!

Oh Mamma... Emanueleeeeeeeeeee, ma dove stiamo andando?

Ovviamente scherzo, vedrai che andrà benissimo!



Notte a tutti!

Alberto

Caro Alberto, vorrei innanzitutto chiarire un punto: io non odio o detesto in alcun modo Follmi, non ne voglio fare un perseguitato, né una vittima. Anzi lo stimo come un serio professionista, il cui lavoro consiste nel viaggiare in luoghi lontani e riportare immagini e suggestioni a chi non può fare altrettanto. Egli deve prevedere ogni possibile esigenza del proprio editore, sia di carattere estetico, che grafica, che d'impaginazione, che narrativa. E certo non può tornare indietro se si accorge tardivamente che gli manca qualcosa.

Ritengo però che non si debba confondere la fotografia di documentazione con altre forme di fotografia o addirittura di grafica.
Se ad esempio osservo un lavoro di fotografia artistica o concettuale, sono dispostissimo ad accettare un fotoritocco o un fotomontaggio finalizzati al risultato estetico e concettuale da raggiungere. Neanche a dire poi della fotografia di moda o pubblicitaria.
Se infatti tu mi dici che quelle di Follmi sono personali visioni o suggestioni dei luoghi, non ho alcun problema ad accettarle. Ma se lui mi racconta che ha fatto tre viaggi in quel luogo, che è stato li sette mesi per coglierne gli aspetti più profondi, se mi da' ad intendere che ha svolto un lavoro documentario... Allora mi sta imbrogliando.
Solo un discorso di etica. Nulla da dire invece sulla splendida estetica di quelle immagini, solo chiamare le cose col proprio nome.
Poi può anche darsi che io abbia l'etica di un dinosauro e che fra qualche anno anche nel workflow dei fotogiornalisti e dei documentaristi rientrerà il fotoritocco, per allora probabilmente anche l'etica avrà fatto un ulteriore passetto in là.

Per quanto riguarda il turismo, soprattutto quello di massa (ma esiste un turismo che non venga prima o poi fagocitato dalle masse?), la sua evoluzione è stata ormai ampiamente studiata: scoperta di luoghi nuovi (incontaminati guarda caso vengono detti), progressiva modificazione paesaggistica, culturale e socio-economica (contaminazione o globalizzazione), progressivo abbandono alla ricerca di nuovi luoghi incontaminati (ultimi paradisi), lasciando indietro le macerie di ciò che fu. E c'è un bel parlare qui di turismo eco-sostenibile.

Il turismo (e l'industria che gli gira intorno) altera in qualche modo la percezione che noi abbiamo dei luoghi e dei popoli? Credo di si! C'è una responsabilità dei fotografi in questo processo? La risposta purtroppo è ancora un si. Per tutto ciò che ormai sappiamo la fotografia si veste di fronte al profano (e non solo) di un'aura di obiettività e veridicità che purtroppo non le compete. Contribbuendo a rafforzare il messaggio.

E' solo in quest'ottica che tiro in ballo un'etica del fotografante. Tutto si può fare, basta chiarire gli intenti e le modalità.

Che poi la fotografia sia quasi inevitabilmente estetizzante, che rispecchi una visione personale, che sia parziale e non obbiettiva, lo accetto, fa parte del gioco; ma, parafrasando Pippo, obbiettivo mai, ma onesto sempre!

Se tu, nell'ambito di un'onestà d'intenti, mi riporti la tua visione del Nepal, programmandoti anche un progetto per realizzare una narrazione per immagini, mi sta benissimo. Però onestà vuole che tu mi dica a priori se ciò che mi presenti è frutto di una esperienza o di un'invenzione, se si tratta di un resoconto o di una messa in scena. Certo è possibile che incosciamente tu non abbia raccolto determinati aspetti o solo che non hanno sollecitato la tua sensibilità o anche che ti siano sfuggiti perchè concentrato su altro, questa non è disonestà, ma fa parte della soggettività dell'esperienza.

Forse sono io che ammanto la ricerca fotografica di una scientificità che non potrà mai avere. Ma vedo che spesso la forzatura fa parte del linguaggio giornalistico dei nostri tempi. Napoli non è solo cumuli di spazzatura e la Sicilia non è solo mafia, ma sembra che chi raccoglie i documenti non voglia o non sappia vedere altro (e certo l'orinte non è solo spiritualità).

Certo il viaggiatore non è un professionista, il suo documento sarà sempre gravato da una certa superficialità. Ci saranno aspetti e visioni a lui precluse vuoi dagli interessi della macchina del turismo, o da più biechi interessi locali (politici, malavitosi, economici, sociali), come dal pericolo insito nel documentare taluni aspetti di un paese. Non mi aspetto questo dal viaggiatore fotografante (e poi esistono ancora i viaggiatori? O siamo tutti turisti?) solo, lo ripeto e concludo, onestà d'intenti. A maggior ragione poi se si tratta di un professionista.

Continuo a turbare i tuoi progetti? Spero solo di porre chiarezza nei miei!

Buona luce

Emanuele

Giuste le tue precisazioni, ci mancherebbe... stavo solo scherzando, confidavo sul fatto che sia tu che Smargiassi stimate Follmi!

Entrambi siete forti sostenitori dell'onestà di intenti, ed a ragione!

Il discorso del viaggio, poi si parte o non si parte era solo una battuta... ci mancherebbe!

E' invece vero che per qualche giorno ho temuto che l'impostazione di un progetto fotografico di viaggio per come lo intendo io, possa essere non così valido come pensavo, da qui una serie di domande e preoccupazioni. Itinerari, immaginazione di possibili scenari, aspetti da ricercare e tutto il resto di cui ho avuto il piacere di discutere con te in privato, hanno rischiato di crollare in un baleno a poco più di 15 giorni dalla partenza...
Ma come si dice il porsi domande è alla base della crescita, ed allora che ben vengano insieme ai dubbi! Mi chiedo solo se talvolta occorra essere un pò più liberi di abbandonare le regolre ed abbandonarsi al fotografare... magari scoprendo poi a posteriori che la foto x nasce in un certo modo per poter entrare in un determinato punto di un audiovisivo o la foto y sia inconsciamente figlia di altre foto direttrici di regole turistico-commerciale a cui non avevi neanche pensato. La spiritualità del Nepal e figlia di un idea che nasce nel Ws di marzo insieme a Jordi, o anche questa in realtà è lo stereotipo di un luogo turistico per ignari illusi viaggiatori?
La risposta che credo di aver dato nel post precedente la sintetizzo a scanso di equivoci... purché sincero francamente mi limito a non pensarci, proseguo per la mia strada e se cado nel tranello, pazienza sarò un fotoamatore ingenuo come tanti altri, ma mi sarà comunque rimasto la gioia ed il divertimento nel fotografare!

Notte

Alberto

PS

Personalmente credo fortemente in ciò che segue e provo a ricordarmi sempre di questi consigli... anche se ammetto, non è semplicissimo!


"Tutta la bellezza di questo mestiere consiste nell'andare a cogliere i propri sogni: fa quello che ami e ama quello che fai".
(...)
"Conoscere bene il soggetto prima della partenza è essenziale. Per preparare i miei viaggi, consulto tutti i reportage pubblicati, navigo su internet, vado in biblioteca, passo diverso tempo nelle librerie. Quando penso di aver studiato al meglio il mio soggetto, faccio una lista di parole chiave per tradurre in anticipo l'essenza del mio reportage. Prima di partire devo circoscrivere quello che voglio esprimere per non tralasciare foto essenziali. Cerco di elaborare nella mia mente immagini simboliche in modo di essere ricettivo, una volta arrivato sul posto, rispetto ai soggetti corrispondenti".
(...)
"Il mondo è già stato coperto in tutti i sensi, praticamente non esistono soggetti inediti tribù sconosciute, le possibilità di scoop sono rare. Invece nel mondo della fotografia, manca ancora il vostro sguardo, il vostro scoop. Siate dunque voi stessi, anima e corpo. Specializzatevi su un tema senza preoccuparvi di sapere se funzionerà o meno. Se ce l'avete nel sangue, ne farete la vostra vita, declinando quel tema che a priori avrebbe potuto sembrare limitato. Tutti i soggetti sono appassionanti a condizione di viverli con passione".
(...)

Olivier Follmi
"Consigli di un fotografo viaggiatore"

Sono assolutamente certo che la tua sensibilità, la tua intelligenza e la tua passione ti porteranno a fare un'ottimo lavoro.
Il mio lo ripeto era un pensiero generale e astratto che partiva più che altro da un mio autoesame e da valutazioni personali sulla fotografia di viaggio.
Belle le parole di Follmi. In particolare la considerazione sulla passione e i sogni.
Cos'è in fondo un viaggio fotografico se non perdersi con passione in un sogno divenuto realtà?

Concludo con Kunfu Panda: adesso basta mangiare è ora di combattere. Che tradotto nel nostro discorso diventa: basta lambiccarsi il cervello è ora di andare a fotografare!

Buona luce a Te

Emanuele

...ed allora "Verso l'infinito ed oltre"!

Saluti
Buzz Lightyear