ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Re:Verso l'approdo (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:Verso l'approdo
#6359
Caristofane (Utente)
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Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Non sempre è facile raggiungere l'approdo, come dimostrano i fatti di questi giorni, mi sembra però che la bellissima mostra dell’ACAF, inaugurata ieri nei locali della Vecchia Dogana di Catania, sia riuscita perfettamente nell’intento, mantenendo la giusta rotta.
Splendide le immagini della collettiva e le personali dei nostri amici Pippo Beccaccini e Licio La Rocca, che hanno saputo catturare le atmosfere, le gesta, i sentimenti, i luoghi, gli sguardi e persino i movimenti, gli odori e i suoni delle celebrazioni Agatine. (I colori no! Essendo tutto in uno splendido bianco e nero! )
Cosa dire di più del commovente corto di Daniele Musso e Desirè Zappalà che hanno saputo trovare le giuste luci e le atmosfere, i giusti colori e la musica, visitando luoghi noti e rendendoli nuovi con prospettive inedite, sollecitando i nostri cuori in un crescendo sonoro, e visivo, che accelera il battito fino al toccante finale nell’accorata preghiera del devoto.
Cosa aggiungere alle, come sempre splendide, parole di Pippo Pappalardo che ci ha portati a naufragare nelle memorie dell’infanzia di ieri per farci riemergere nelle immagini della mostra di oggi, passando per le correnti oniriche della rimembranza.
Solo un mio pensiero. Un mantra che da qualche tempo mi tormenta l’animo. La fotografia è immagine e l’immagine è documento. Il documento è storia e … “la storia siamo noi”. Cosa sarebbe l’uomo senza le radici della storia, cosa saremmo noi senza le ancore dei ricordi. Noi siamo memoria e se questa si perde non siamo più. Come giustamente ha ricordato Pippo, facendomi quasi trasalire, l’indicalità della fotografia ne fa un testimone d’eccezione. La fotografia è memoria, prima ancora di ogni altra cosa, meglio di ogni altro documento.
Lascio alla vostra sensibilità le conclusioni. Io non posso che continuare a tormentarmi, perché questo mantra distorce la mia percezione della fotografia. Chissà che una discussione con Pippo non possa salvare anche me dal naufragio.

Affettuosamente, buona luce a tutti.

Emanuele

 
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Ultima Modifica: 2012/01/18 18:08 Da Caristofane.
 
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Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
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#6363
mary (Admin)
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Re:Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 30  
grazie Caristofane!! condivido in pieno , sono delle mostre davvero belle da non perdere, sono rimasta molto colpita anchedalla splendida location dove spero potremo in futuro parlare anora di fotogrfia!!
 
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#6366
alb.o (Utente)
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Re:Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Durante i miei studi in architettura, mi sono imbattuto in un artista che mi ha segnato profondamente. Pablo Gargallo, forse modernista, ma di certa ed indiscussa collocazione d'avanguardia artistica, riesce a sintetizzare un oggetto, una persona, un animale, un mestiere, riportando tutta alla sua essenza. In pratica il suo "metodo" artistico consisteva nel conoscere (profondamente ed intimamente), interpretare e far proprio l'essenza del oggetto delle proprie sculture, prima di scomporre e trasformare la natura più intima del soggetto in tante piccole forme bidimensionali (per lo più in bronzo) per poi arrivare alla ricomposizione tridimensionale del oggetto che rappresenta la scultura finita. Lui riteneva che la sua arte consisteva, non tanto nell'oggetto finito quanto nel suo processo creativo, tant'è che non conservava mai la scultura, ma le sagome bidimensionali che le generavano. Il suo modo di vedere la realtà, il suo metodo meticoloso e profondo è rimasto radicato nel mio modo di osservare la realtà, di impostare un progetto, di affrontare alcuni aspetti della vita quotidiana.
Martedì sera, è stato immediato poter assimilare la mostra (composta dalle tre mostre insieme, ma anche dello splendido video) ad una scultura di Gargallo. Una sequenza di immagini, certamenti di odori come diceva Pippo ed anche di colori caro Emanuele, che solo grandi conoscitori della FESTA in ogni sua parte, in ogni sua intima sfaccettatura, solo attenti osservatori della realtà ed abili fotografi può ricreare!
non è un segreto, tra le mostre collettive Acaf, questa è per me di gran lunga la migliore, la più vera, quella che di certo ha un tema conduttore reale, non paga degli accostamenti di 45 ed oltre autori differenti. E' un capolavoro! Non sto osannando nessuno, non è una sviolanita è davvero ciò che penso!
Ha una sua struttura, presenta la festa a 360°, ti consente di viverla nel suo intimo e percepirne l'essenza. Emoziona, documenta, racconta, testimonia ed è certamente parte della memoria e delle nostre radici... Cosa si può chiedere di più dalla fotografia!
Complimenti a tutti, manca solo di trasferirla in un testo (chissà, magari completa di un dvd), sarebbe il giusto coronamento di un lavoro memorabile!
Saluti
Alberto
 
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#6367
Caristofane (Utente)
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Re:Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Caro Alberto la conoscenza è una fonte di cui non mi sazierei mai, per questo ti ringrazio del tuo contributo.
Concordo in pieno sul valore della mostra.
Per il colore voleva essere una battuta, ma evidentemente infelice, giacchè non mi sono saputo spiegare.
Credo che in un'opera d'arte o d'ingegno, non è tanto il risultato finale, quanto l'idea, geniale, rivoluzionaria o semplicemente felice, che ha portato a quel risultato, il fulcro intellettuale attorno al quale ruota l'opera. E' quella radice progettuale che il tuo amato scultore ha voluto conservare, quella senza la quale l'opera non avrebbe potuto avere vita. Esiste sempre una radice culturale e progettuale ad un'opera d'ingegno ed esiste l'ispirazione (genius: 99% perspiration + 1% inspiration). A supporto della fotografia serve la conoscenza ( devi conoscere ciò che vuoi raccontare). In questo caso l'approfondita conoscenza si è felicemente coniugata ad una superba capacità di sintesi e di espressione che ha portato ai risultati che, meglio di me, hai saputo esprimere.
A mia parziale discolpa confesso di aver scritto una prima e molto più ispirata recensione che ho inspiegabilmente perduto al momento dell'invio. Ho provveduto a riscrivere il tutto, ma, vuoi per il disappunto, vuoi per la fretta, ho perso la poesia. Grazie dunque del supporto.

Affettuosi saluti

Emanuele

 
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Re:Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Emanuele, avevo capito la battuta e non volevo certo "bacchettarti", anzi, volevo semplicemente riallacciare il mio discorso alla tua battuta!
Benziana permettendo, conto di andare a vedere la mostra con più calma forse domani stesso!

"Credo che in un'opera d'arte o d'ingegno, non è tanto il risultato finale, quanto l'idea, geniale, rivoluzionaria o semplicemente felice, che ha portato a quel risultato, il fulcro intellettuale attorno al quale ruota l'opera. E' quella radice progettuale che il tuo amato scultore ha voluto conservare, quella senza la quale l'opera non avrebbe potuto avere vita".
E' proprio vero ed è bellissimo!
Ciao
Alberto
 
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#6371
PipPap (Utente)
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Re:Verso l'approdo 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 9  
A proposito di radici progettuali.

Un piccolo commento a margine della riflessione di Caristofane e di Alberto.
Qualche anno fa, ebbi il piacere di soggiornare a Venezia, città tanto sognata dal sottoscritto quanto amata, e con passione.
Per giorni sono stato assorbito dagli amati Tiziano, Tiepolo, Canaletto, Bellini, Carpaccio e C.
Tutta la loro pittura, nelle chiese e nei musei, mi si si dispiegava con chiarezza ed evidenza.
Leggevo gli spazi e il tempo, da loro disegnato, con assoluta facilità perchè riconoscevo i simboli e i significati delle loro poposte e delle loro interpretazioni: storie di Venezia, episodi biblici, allegorie del mondo classico e della nuova cristianità. Alla fine, però, tornavo al B&B stanco ed appesantito.
Invero, quel mondo, che pur capivo perfettamente, mi riempiva e mi "ingolfava".
Risolvetti allora di fare una capatina al Guggenheim, là nel museo sul Canal Grande, dove tra Marini, Brancusi, Koska, Picasso, Braque, Severini, Calder e Kandisky si dispiegava tanta moderna arte plastica e visiva, precismente quella che avrebbe dovuto impersonare la "contemporaneità del mio vissuto".
Confesso di aver faticato abbastanza nel condividere il significato delle molte opere proposte ma di essere uscito da quell'esperienza con un senso straordinario di leggerezza e di disponibilità, pronto a vedere altro ancora, pronto a nuove sfide serene.
Un'opera, in particolare, porto al ricordo e suggerisco alla vostra attenzione: una scritta, realizzata con neon luminoso (quello della pubblicità della mia infanzia!) vergava la parte interna del giardino del Museo Guggeneheim, coperto dalla vite americana. L'opera era racchiusa in una semplice installazione ovvero una scritta che, raccogliendo per intero il senso del Museo , recitava "La forma si allontana ma la radice rimane". L'autore era l'italiano Metz.
Sono rimasto per molto tempo davanti a quella semplice ed umile proposta così come mi è capitato di stare davanti alla Pietà michelangiolesca, così come davanti alla "Muta" di Raffaello, o al tempio d Segesta.
Sindrome di Stendhal? No! Per niente. Solo l'incipit di un appassionante moto intellettuale (e spirituale) che prendeva inizio e "comunicandomi nuove conoscenze faceva pulizia delle vecchie ed inquinanti memorie storiche"
Ed allora? Ed allora penso all'apocalittico "cieli nuovi e mondi nuovi,", al biblico "niente di antico sotto il sole" parafrasato da Luigi Ghirri, all'evangelica raccomandazione di non conservare il vino nuovo in otri vecchi, e continuo a ricoprdare a me stesso che se la sensibilità dei nostri occhi non fosse continuamente appannata vedremmo anche l'infinito.
 
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Ultima Modifica: 2012/01/24 10:16 Da PipPap.
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