L’audiovisivo spiega se stesso
Francesco Fichera - in forma smagliante per capacità didattica e didascalica, un insieme di assertività e di seduzione - ieri sera, ci ha portati indietro nel tempo delle proiezioni delle diapositive, dei diaporami, degli antenati audiovisivi, oggi divenuti supertecnologici. Ha mosso la sua riflessione dai pionieri dell’audiovisivo (diapositive montate su cartone, dissolvenze regolate manualmente su cursori meccanici, piste sonore affidate a registratori sincronizzati su gusti personali) e ci ha fatto intravedere un possibile percorso futuro. L’importante, cii ha detto Francesco, è mantenere vitali i due verbi che ha posto all’inizio della sua lezione: pensare e realizzare. Nel primo verbo, rivolto a noi stessi, ha concentrato il desiderio, l’ambizione, la volontà di comunicare e pensare per immagini. Comunicare, quindi, fare comunione, partecipare, condividere. Nel secondo, realizzare, ha messo la capacità di scrutare la tecnologia contemporanea e disporla con tutte le conseguenze del caso. Queste conseguenze sono tante: ne ha esemplificate talune ma, ancor più, ha chiarito che l’unico limite alla nostra libertà è il nostro gusto, la nostra onestà, il nostro equilibrio. Quindi lunga vita all’audiovisivo se, come per il libro, la mostra ed altro ancora, sarà al servizio della nostra poesia e del nostro sguardo.
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