Un mantra per Manta
Ieri sera un visibilmente emozionato Presidente (Pippo Sergi) ha calorosamente accolto soci e ospiti nella Sala Fellini per ritessere i fili di un’avventura iniziata tanti anni e continuata con contributi sempre più freschi e più originali fino ai nostri giorni. Il rammarico di non aver potuto festeggiare trentacinque anni di attività è scomparso di fonte all’evidente manifestazione del desiderio forte e risoluto di vederci ancora insieme di là delle difficoltà pandemiche, di là dei nostri pensieri tristi, di là delle assenze improvvise. Il ricordo, prontamente sollecitato, è andato ad Enrico e a tutti gli alberi del bosco che non vediamo più attorno a noi ma che sappiamo essere presente nella memoria di uno sguardo che è cresciuto tra i nostri giorni.
Poi è ripartita l’avventura della visione. Abbiamo provato a squarciare ancora una volta il velo di Maya e ritessere lo sguardo costruendo un mantra sul quale veicolare i sentimenti del gruppo, i desideri della nostra grande famiglia.
Siamo ripartiti da Antonio Manta, affermato fotografo, sublime stampatore, grande amico di tutti noi “visionari”.
Da lui, ieri sera, ci è stato confidato che occorre muovere dalla semplicità, dalla innocenza, dalla povertà della condizione umana. E, quindi, accettarla in tutte le sue manifestazioni, con disponibilità spontanea. Certamente, riscontreremo difficoltà, incomprensioni, ostacoli. Sappiamo, però, che il nostro sguardo non è solo lo strumento per un viaggio fiorito: è, anche, una introspezione, una scelta di penetrare negli angoli più reconditi della nostra esistenza ed illuminarli. La semplicità e l’onestà con cui ci è stata trasferita questa esperienza ha colpito tutti noi presenti che ancor più, e meglio, comprendiamo adesso la volontà di Antonio di proseguire nella strada della didattica e del perfezionamento dell’uso dello strumento fotografico.
Noi, eterni ragazzi della Via Pola, siamo in consonanza con questa visione e intendiamo proteggere i territori dell’immagine e dello sguardo. Intendiamo ascoltare le voci che giungono dal di fuori del nostro gruppo, conoscere le nuove realtà, condividere le differenti ambizioni e parteciparle a tutto il sodalizio.
Ieri sera c’erano tante facce nuove, o tali mi sono apparse sotto la mascherina. Saranno i nostri compagni di strada nei prossimi giorni? Prepariamo, allora, le nuove bisacce per contenere le nuove idee e le nuove proposte, C’è tanto da fare, basta, però, guardarsi attorno e non perdere i contatti. Non intendiamo restar fiori da nessuna novità, perché vogliamo conoscere e farci conoscere.
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