Viaggiare e fotografare. Fantastico! Cosa si può volere di più?
Avvicinarsi ai propri sogni e percorrere tutto il pianeta, incrociare persone incredibili e vivere esperienze diverse, magari insolite, e realizzare che non sei solo, che tanti respirano come te, si stupiscono come te. E così coniugare il vissuto con la condivisione e dire: Islam ora ti conosco, Sirenetta, finalmente ti rivedo.
E stasera abbiamo viaggiato anche noi. Noi che da tempo siamo consapevoli come nel nostro sodalizio sono sempre bene accetti quei soci che spingono i pigroni, come il sottoscritto, ad uscire fuori dagli atlanti, lontano dai mappamondi, e portalo là dove hanno incrociato i loro sguardi nello stupore del riconoscimento, della rimemorazione, della scoperta e dell’agnizione.
Galluccio e Privitera con assoluta semplicità, ma con occhio allenato e sensibile, ci hanno guidato dentro i luoghi di due civiltà differenti facendoci vivere emozioni diverse.
L’Oman è, forse, lontano perché è dentro la lega araba e la Danimarca, a sua volta, è vicina perché membro UE? Via non si può partire da qui, e neppure dalla contrapposizione tra due civiltà, cristiana e musulmana, e nemmeno tra due istituzioni, monarchia e sultanato, apparentemente così diversi.
Conveniamo, invece, che possiamo muovere dal desiderio di congiungere le esperienze visive laddove il viaggio, la memoria ed il racconto diventano i canali di ricerca per sintetizzare un’esperienza “on the road” che tanto ricorda il Kerouac di “Sulla strada” o riflettere su un mondo dove il “nuovo stenta a nascere perché il vecchio non vuole morire”.
“Andiamo, allora, a vedere” - ci dicono i nostri amici – “Confrontiamoci, comprendiamo le nostre reazioni, conosciamoci”. L’immagine, nei loro reportages, diventa così il luogo privilegiato dove l’umanità si siede sovrana e si guarda negli occhi alla faccia della presunta modernità, alla faccia delle vecchie istituzioni. Grazie amici.
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