Che gioia ricevere un riscontro dopo aver espresso una considerazione ed una riflessione, sulle vicende della "nostra" fotografia; dico nostra perchè intendo sottolineare la volontà di vivere il fenomeno fotografia come momento culturale autonomo dalle sue necessità professionali ed economiche;
provo un autentico piacere, una soddisfazione assoluta, nel ritrovarmi in questo FORUM e incontrare il pensiero della nostra Simona, la quale acutamente ci avverte del pericolo, quasi una tentazione, di creare contrapposizioni estetiche, che non hanno motivi storici di sussistere, tra la filosofia dello sguardo, e quindi dell'istante, di Robert Frank e quella di altri fotografi, americani ed europei, magari a lui contemporanei.
L'importanza di Frank e, se volete, l'esemplarità della sua rappresentazione, è tutta dentro la viscerale adesione al mondo osservato dai suoi occhi (che godono e fremono davanti all'istantanea interpretazione del suo sguardo).
H.C.B., che pure è stato un grande estimatore del fotografo americano (c'è anche lui tra le cento storiche scelte di H.C.B.), spinge lo sguardo verso l'intelligenza razionale dell'istante cogliendo la penetrazione di un significato in un equilibrio di cui, a posteriori, non sappiamo fare a meno, e che invece Frank non considera essenziale.
L'amica Simona, con sagacia, ci guida dentro lo stretto sentiero dello sguardo e dell'istante, e ci dice di fidarci del contributo dei due grandi scomparsi perchè le loro ombre, paradossalmente, sono ancora luci nel il nostro procedere.
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