La mia amica nascosta è scontenta di come ho considerato lo scrittore Italo Calvino, ed il suo "Le città invisibili", con riferimento al tema del nostro Contest: ne convengo e, per farmi perdonare, riporto una considerazione di quel capolavoro che può (?) suggerire qualcosa.
"L'uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. In ogni città dell'impero ogni edificio è differente e disposto in diverso ordine: ma appena il forestiero arriva alla città sconosciuta e getta lo sguardo in mezzo quella pigna di pagode e abbaini e fienili, seguendo il ghirigoro di canali orti immondezzai, subito si distingue quali sono i palazzi dei principi, quali i templi dei grandi sacerdoti, la locanda, la prigione, la suburra. Così, dice qualcuno, si conferma l'ipotesi che ogni uomo porta nella memoria una città fatta soltanto di differenze, una città senza figure e senza forma, e le città particolari si riempiono".
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