Le vacanze non sono solo sinonimo di tempo libero ma di tempo liberato, dove ognuno di noi, con il proprio compagno, parente o amico prova a riappropriarsi di qualcosa che è stato, appunto, vacante; da qui l’ attesa, la preparazione, il rinvenimento.
Vacante perché non è stato percepito nella quotidianeità del tempo normale; vacante perché distante; vacante perché lontano dai nostri bisogni non certo dai nostri sogni.
Ecco, allora, la scoperta della periferia, del borgo accanto alla nostra città, dell’hobby che non abbiamo avuto il coraggio di portare avanti.
Ecco allora la necessità di partire col treno, con la moto, a piedi, zaino in spalla, e provare a dormire sotto le stelle, ad attraversare un lago, a nuotare verso un orizzonte o semplicemente a girare l’angolo.
E approfittare per imparare un passo di danza, completare quel quadro nascosto in soffitta, riprendere la verniciatura di una vecchia bici.
E magari sentirsi più giovani, più sani, più freschi perché abbiamo un nuovo costumino, mangiamo sul terrazzo, guardiamo il cielo stellato.
E, pertanto, visto che ci siamo, ci facciamo una fotografia (Pippo Pappalardo)
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