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Re:tre scatti, una storia (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:tre scatti, una storia
#10080
PipPap (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Re:tre scatti, una storia 6 Anni, 2 Mesi fa Karma: 9  
Tre scatti, una storia

Confesso che ho partecipato con curiosità ed interesse a questa sessione del rituale confronto-contest.
I motivi di questa mia curiosità erano tanti: nuove leve che si confrontavano con freschezza di idee ed originalità di approccio; la scelta di una tematica accattivante quanto didascalica e didatticamente assai preziosa, l’uso del mezzo di digitale che modificava le distanze di tempo di esecuzione e di rappresentazione permettendo di inseguire tempi, spazi, cose e persone in nuovi ritmi narrativi.
Qualcuno (mi sembra Daniele Musso) ha rilevato, giustamente che una cosa è la narrazione, altra è la rappresentazione documentativa. Concordo pienamente ancorchè in questa circostanza premeva sottolineare il “come” mettendo assieme alcuni scatti si possa costruire una storia.
Quindici proposte, invero, tutte differenti ma pertinenti con l’assunto di cui sopra: storie con pochi scatti catturati nella quotidianità del mattino e nella confidenza familiare e domestica; scatti cercati nel dramma della storia politica e sociale degli ultimi anni; scatti prelevati da una filiera del gusto che muove da un fiore, da un sacco, da un grappolo e finisce nell’elegante ritratto di un risotto, di un caffè, in un bicchiere di vino; ; scatti nati da una cartolina di un duomo del sud e finiscono nostalgicamente quanto graziosamente tra i pennarelli e i disegni di una vecchia signora; scatti che lambiscono gli orli di una vecchia cisterna etnea per passare enigmaticamente nel marcio del fondo di una abbandonata vasca da bagno ancora capace di riflettere i nostri sogni e provocare la nostra immaginazione; scatti che hanno scandito l’attesa nuova e diversa di una coppia omosessuale che finalmente vive il proprio giorno nuziale; scatti come grafismi capaci di disegnare una possibile storia d’amore (fra due lecca-lecca) fatta di dolcezza e di reciproche attenzioni, scatti capaci di parafrasare le storie del cinema e farle rivivere con arguzia e graziosa ironia allestendo un teatrino tra le nostre piccole realtà; scatti come ritmi di attese silenziose e fiduciose, come attenzioni alle solitudini del mondo contemporaneo; scatti come confronti spietati eppure arguti sull’importanza della gestione dei rifiuti urbani; scatti come racconto necessario per uscire da una eleganza convenzionale (v. Hopper) e, leopardianamente, stupirci di come siamo coinvolti nell’aurora dell’universo, scatti come nascondimento di una narrazione che non abbiamo il coraggio di riconoscere e sappiamo solo immaginare ancorchè infame; scatti come drammatici tic-tac prima del buio.

Insomma, tante belle materie da raccontare e confidare; e, conseguentemente, tanta discreta fotografia al sevizio del racconto e della narrazione. Alcuni esiti fotografici hanno risolto in maniera più chiara il racconto o, meglio, il messaggio, altri meno.
Credo, dal mio personale punto di vista, che occorra non tanto migliorare sull’uso dello strumento quanto penetrare nella metodologia del cd. “storytelling”: una storia la si “porta” sceneggiandola e arricchendola di tecniche retoriche che, laddove ben utilizzate, ci permettono di risolvere una descrizione o una narrazione o una comunicazione con poche riassuntive immagini.
È stato giustamente sottolineato che i lavori proposti risentivano di una formazione ed ispirazione maturatasi sui “portfolii fotografici”: e c’è del vero.

E comunque dobbiamo iscrivere questo appuntamento didattico tra le poste più positive ed attive della nostra comunità. I nostri soci hanno parlato della loro esistenza o del loro lavoro con sincerità e serenità, senza timori e senza pregiudizi.
Questo è il segnale che l’ambiente è maturo e non ha paura delle novità, delle distanze, delle differenze, dei luoghi comuni.


Primo Premio assoluto all’opera di Massimo Malgioglio “Distrazione fatale”

Forse, anzi, sicuramente due scatti; ma fondamentalmente tre immagini. Un impianto narrativo coerente ed esemplare ha permesso al nostro Autore di rappresentare un momento di pericolo, di drammatica evidenza, di tragico risultato. La proposta fotografica di efficace” semplicità non concede nulla alla retorica dell’evento e si concentra nell’essenzialità del messaggio, laddove risolve tutta la carica etica ed espressiva.
Certamente la filosofia della cd. “Pubblicità-Progresso” fa capolino da qualche parte ma il nostro amico non ha dietro una squadra di sociologi, di psicologi, di educatori, di frullatori del pensiero.
Ha tutt’altro: solo due fotogrammi. Ma la storia è servita.



Premio della Giuria Tecnica all’opera di Francesco Licandro “l’amore di papà”

“per avere reso, in un racconto assai ben teatralizzato, la volontà di denuncia di un conflitto che sta turbando le nostre coscienze e la nostra formazione.
Per averlo collocato all’interno di una comunità affettiva dove si scatenano perturbanti momenti di mancanza di riconoscimento e disequilibrio, e ci si maschera, e si soffre il disagio.
Proprio gli elementi di fiducia comune (un libro, un raccontare, un confidarsi) si risolvono, a volte, in feticci che spingono all'’anonimato e alla rassegnazione soffocando quel legittimo desiderio di sorridere delle nostre incapacità e serenamente conviverle.
Forte è l’impianto narrativo, ben sfruttato lo specifico fotografico. Opportuna la scelta tematica.
 
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Ultima Modifica: 2018/02/08 09:45 Da PipPap.
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tre scatti, una storia
PipPap 2017/10/12 12:10
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PipPap 2017/10/13 18:21
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PipPap 2017/12/24 08:34
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flicandro 2018/01/03 11:19
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PipPap 2018/02/07 16:33
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flicandro 2018/02/07 18:01
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flicandro 2018/02/07 18:02
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