Tutta la gente di fotografia che in Sicilia vive di immagini e attraverso le immagini, ieri sera, 19 novembre, riconoscendosi, sembrava che si fosse data appuntamento presso la Plenum degli amici Ferro, Castro, Martena.
Vi si inaugurava il nuovo anno sociale (il secondo della sua storia), che per questa stagione è stato affidato, come direzione artistica, alle esperti mani di Massimo Siragusa.
Quest’ultimo,con la discreta collaborazione di Laura Serrani, intende proporre una programmazione di eventi improntata al “confronto ed al dialogo” e, in tal senso, ha invitato per la prima mostra Lorenzo Castore.
Sono passati tanti anni da quel primo esordio editoriale, “Nero”, che fece parlare di lui come “l’enfant prodige” della fotografia italiana, capace di creare nuovi linguaggi nella specificità del fotografico, capace di dialogare con la parola, e con questa esistenzialmente contaminarsi.
“Paradiso” fu un evento, dappertutto ammirato e premiato, che gli permise di dimostrare come in fotografia la specificità del mezzo possa piegarsi alle “nostre” emozioni, ambizioni, espressioni: fu la conferma che dopo Haas, Meyrowitz il colore aveva rivelato in fotografia altri percorsi.
Ma ogni sentiero fotografico conduce il nostro autore a riflettere sul proprio vissuto, e quindi di indagare ogni circostanza come se fosse l’infinito istante di una profonda, lunga, esperienza; e chiederne ad essa le possibili ragioni (come pure le recondite indifferenze).
E mi fermo qui poiché l’autore ha riservato a coloro che vogliono incontrare la sua storia fotografica l’illustrazione della sua vicenda d’artista e di uomo.
Questo, a Catania, è solo l’ultimo domicilio (ma anche il titolo de prezioso testo che l’accompagna.
Grande incontro, (per chi c’era). E se il buon giorno si vede dal mattino …..
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