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Settimana Santa, Settimana di Passione!
L’abbiamo celebrata in tanti anni, in tanti angoli della nostra isola, impattando con la passione dei siciliani che hanno provato a vivere sulle orme dell’Omu Bbonu e della sua Bedda Matri. Eppure ed ora, siamo ancora circondati da troppi dubbi e da troppi patemi d’animo. Su queste pagine qualcuno/a ha lasciato una traccia degli auguri che ci eravamo scambiati nel tempo passato. C’era in essi una raccomandazione: “Non temete, non abbiate timore, io sono con voi”. E invece, cari amici io ho tanto timore; quindi mi sento più solo. Alla paura per la pandemia, alla tristezza per la perdita di tanti compagni d’avventura è subentrato lo sconforto e, insieme, lo sdegno (la pietà?) per quanto succede in questo pianeta che abbiamo tante volte attraversato nel suo tempo e nel suo spazio. Gli eventi bellici con le loro vicende nefande e disumane ci hanno messo davanti alle comuni responsabilità che, appunto perché tali, aspettano da noi una risposta, una presa di posizione. Avevo cercato insieme a voi, nelle ultime iniziative sulla scorta delle immagini fotografiche di Gandhi e di Capa, di trovare il bandolo della matassa ma, invero, non ho saputo coinvolgervi nell’individuazione del capo giusto. Ci proverò ancora. Ma intanto, attorno a me, avverto che la sensibilità e l’attenzione cede alla paura e alla disattenzione. Stiamo forse diventando più duri, più intolleranti, soffocati solo dall’indignazione? No amici, riprendiamoci l’immagine della nostra umanità. Quell’uomo che cerchiamo tra i morti delle nostre sante processioni ha voluto sfidare la morte predicando l’amore e la non violenza (e gli è finita male, d’accordo). Ma sulla croce, prima del suo ultimo respiro, ha chiesto al padre di perdonarci tutti perché non sapevamo quello che stavamo facendo. Di fronte a questo desiderio si fa “passione” la necessità di prendere posizione per aiutare, difendere, assistere chi invoca da noi un aiuto. Si fa passione il dovere morale di abbandonare risolutamente ogni forma di dogmatismo che vede oscurare, inquinare, perfino le più nobili intenzioni degli amici a me più cari. Si fa passione l’obbligo di sorvegliare la nostra coscienza per impedire che tra tanta scellerata cronaca, tra tante abominevoli immagini, si faccia strada l’odio, anche quello nei confronti di quei pazzi che riempiono i cieli di luci omicide. Si fa passione l’imperativo morale di esserci accanto a innocenti che attendono il nostro uovo, il nostro ramoscello, il nostro sacrificio e non un feroce boato. Perché la passione non è altro che il sentimento che provoca lo scontro tra il logos, e quindi il nostro desiderio di capire, relazionare, e il caos, ovvero una realtà tutta ancora da decifrare. Perché la Passione è una bugia: quella dell’uomo sulla croce che era consapevole che i suoi fratelli sapevano eppure ha mentito a suo padre. Passione è, ancora, la nostra volontà di ritrovarci in un’immagine che cerca sempre e comunque “l’originale perduto”.
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