Duemilaquattrocento anni fa il grande Sofocle metteva in bocca ad Edipo una tragica domanda:"Perchè c'è la peste a Tebe?".
La risposta a quella domanda si risolve nella drammaticità racchiusa nel desiderio di conoscere.
Secoli dopo Boccaccio fugge da Firenze e dal morbo che l'assedia, con i suoi amici e con delle gentili donzelle, e ne vien fuori un capolavoro come il Decamerone.
Non voglio tediarvi con la peste di Milano o con quella di Londra: oggi voglio soltanto invitarvi a fotografare.
Perchè anche se la realtà che ci circonda ci appare lontana e sospetta, la fotografia, la nostra, se ben guidata, ispirata e
sorretta ne può inventare un'altra; che magari vi potrà sembrare astratta, poco concreta, ma a pensarci bene ha una sua ragione, una sua musicalità, una sua poesia; e che magari sarà realizzata nella vostra camera, nel vostro piccolo mondo, nella vostra fantasia; magari nel vostro posto delle fragole.
Aspetto queste vs fotografie, aggiungetele a questa mia nota.
L'avv. Giuseppe Cavalli (1904-1961) realizzò questa immagine, che è considerata un capolavoro della fotografia italiana, chiuso, all'interno della propria camera col dichiarato proposito che a lui non bisognava la cd. "realtà" per concretizzare un'immagine ma bastavano superfici, linee, grigi, atmosfere e il gioco della fantasia.
Ve la propongo:
G. Cavalli, La pallina, 1947