Ma si, usciamo via da questo recinto laddove il timore e la paura del fantasma incoronato sta imprigionando la nostra voglia di sorridere, il desiderio di mostrarci, di esibirci e, quindi, di godere di un contatto nuovo, di una fantasia che rinasce ad ogni istante,
Ci abbiamo provato, ieri sera, riprendendoci lo sguardo che avevamo depositato a Venezia come a Sciacca, a Bordonaro come ad Acireale, Quello sguardo che incrociava altri occhi che si intravedevano dietro maschere liberamente inventate e non dietro strumenti sanitari tristemente consigliati. Maschere che sapevano di irrealtà, di buonumore, di tempo liberato dietro i vecchi nomi delle tradizioni regionali senza il bisogno di nascondersi dietro sigle fredde e anonime come FP2
Si, ieri sera abbiamo saputo liberare il Carnevale che stava dentro di noi, recuperandolo nel tempo passato, recentemente trascorso, rimpiangendo di non aver assaporato completamente il frutto di quella libertà che pensavamo, con atteggiamento snobistico, buona soltanto per i bambini e per i nostri compagni di umanità poveri …. di spirito.
Guardando le immagini del, Carnevale portate dai nostri soci io mi domandavo le ragioni profonde di quel fotografare, Le ragioni divenivano chiare quando raffrontavo quelle constatazioni di pace, di gioco, di festa, di burla con la cronaca che non pensavo di vivere.
Domani quando metteremo in burla la presente stagione e, purtroppo, torneremo a rassegnarci a quanto ci sta accedendo, qualcuno continuerà a condividere il nostro sguardo e tornerà, forse, a sorridere; qualcun altro, e stanno diventando ogni giorno di più, ci maledirà per non aver saputo guardare. Andiamo avanti, ma “restiamo umani“.
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