Letizia Battaglia
“Mi prendo il mondo ovunque sia”
A cura di Sabrina Pisu
Einaudi €,19,00
Giunge in libreria un’interessante “confidenza” della nostra amica Letizia Battaglia.
Abbiamo imparato a conoscerla per i suoi lavori fotografici, per il suo lavoro di giornalista, per il suo impegno politico. Nei tanti incontri a Catania ne abbiamo apprezzato soprattutto la passione per il suo lavoro, ne abbiamo penetrato il tratto schietto, sincero, attento ai bisogni di chi è solo, sempre pronto a capire le incertezze di chi è smarrito.
In questo libro la nostra Letizia si confida in una sorta di biografia dove l’incontro ed il confronto con i tanti compagni della sua avventura umana finiscono, con consapevolezza e coraggio, per tracciare non solo l’esistenza di una donna, siciliana, vissuta nella seconda parte del secolo scorso, che ha saputo attraversare la storia della sua città e, quindi, della nazione, ma finiscono per descrivere un momento di storia del quale ancorché consapevoli e partecipi, stentiamo, noi per primi, a tracciare non dico un bilancio ma un minimo giudizio.
La grande fotografa riflette sul suo lavoro, su quello dei compagni che ha avuto accanto; riflette pure sull’educazione ricevuta e su quella che ha saputo trovare nelle persone giuste, in quegli “invincibili” che hanno sempre creduto nelle loro idee; riflette sulla sua famiglia; ed ogni volta si domanda quale sia stato il suo ruolo, il senso del suo essere all’interno delle vicende storiche vissute. Emerge la lotta di una donna che vive la sua emancipazione a dispetto delle convenienze; vien fuori un carattere che chiede un confronto con il tempo in cui matura (un tempo, ricordiamolo, dove una donna ha saputo dire la sua nonostante la mafia, la cultura arrogante, la politica corrotta, l’ingratitudine e l’ipocrisia).
Il libro, pertanto, si legge come una sorta di diario nel quale ogni pagina interpella il senso delle decisioni assunte, delle scelte adottate, delle preferenze accordate.
La fotografia, allora, si rivela uno strumento per ricordare, narrare, riflettere, analizzare.
Niente di nuovo, voi mi direte. E lo dice anche Letizia che ci rammenta, però, che il racconto, il ricordo, il discernimento, se vissuti con passione e libertà, hanno fatto la sua esistenza degna di finire in questo libro e di essere raccontata (senza enfasi e senza “sgrusciu” di carrozza).