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L'interruzione del mio tempo sabbatico mi ha subito riportato al senso del dovere che durante il riposo si era assopito alquanto.
Devo, anzi dobbiamo, a Chiara Serges, vincitrice dell'ultimo contest organizzato dall'associazione un riscontro motivato dell'apprezzamento tributatole e che ancora, a distanza di cinque mesi, non è ancora pervenuto.
Cosa succede? i miei compagni di avventura e di poesia non intendono più sprofondare nell'enigma di un' immagine?
Cosa succede? i miei compagni non si sentono più interpellati dall'equilibrata, quanto pulita e semplice. proposta di una loro compagna di cammino?
Cosa succede? Abbiamo dimenticato l'abc della fotografia?
Eppure tra noi ci sono dei formidabili, per non dire eccezionali, esegeti dell'immagine; oppure non ci fidiamo più delle nostre parole e lasciamo che le immagini parlino da sole, senza ascoltarle e senza verificarne il significato e la capacità di comunicare, quasi fossero dei meri segnali stradali?
Ricominciare a studiare, in questi casi, è sempre il consiglio che dò a me stesso.
Ma veniamo alla foto vincitrice.
La tematica indicata dagli organizzatori era decisamente bella, semplice, specificatamente fotografabile.
Si poteva solo correre il rischio di cadere nel luogo comune o peccare in difetto di originalità. Pensiamo però a chi si cimenta per la prima volta.
La scelta della nostra Chiara si è rivolta al ritratto di una bambina, raccolto tramite un'istantanea - per quanto organizzata in fase di ripresa -, racchiuso in uno stabile quanto rassicurativo rettangolo bianco nero.
Il sorriso fresco e gioioso della bimba ed il gesto spontaneo e naturale hanno bucato la scena andando, compositivamente, incontro alla fotografa e
stabilendo col suo obiettivo un rapporto di simpatia assai contagioso.
Dietro di lei c'è un rassicurante ambiente domestico (la sagoma di un frigorifero che fa pensare ad un ambiente di cucina), davanti a lei una festosa tenda cacciamosche; insieme, i due elementi hanno completato quel minimo di scenografia indispensabile ad ambientare la scena fotografica, garantendo una plastica profondità.
Aggiungiamo, poi, che la bimba sta sulla soglia e l'attraversa, spostando tutto ciò che si interpone sia al suo procedere che al suo sguardo: considero questi elementi come dei significati ulteriori, ovvero dei rimandi simbolici che arricchiscono narrativamente il ritratto e spingono, chi guarda,a non cercare l'identità della bimba ma la rappresentazione del suo stato d'animo che ella vuole, peraltro, condividere: appunto quell'attimo di felicità.
Centrata, pertanto, la tematica suggerita.
Inoltre il gusto, lo stile, la poetica adottata si fa apprezzare per il punto di ripresa assai rispettoso dell'altezza della piccola. Il bianco nero privilegiato, per quanto perfezionabile, ed il taglio, per quanto riducibile nella parte destra del fotogramma - lievemente inclinato - appaiono, complessivamente, opportuni al senso teatrale concepito.
Poi, a mio sommesso parere, a prevalere sulla mancanza di originalità e di novità dell'immagine concepita, sta la volontà di non tagliare la presenza di quella mano misteriosa eppur vigile, che crea una tensione sul margine sinistro di rara efficacia e che ben si raccorda con altre celebri immagini e, soprattutto, con gli echi della poesia di Montale "Felicità raggiunta, si cammina ......, alla quale vi rimando per un ulteriore approfondimento.
Invero, accanto all'attimo della felicità intercettato, anche un semplice, legittimo gesto di attenzione, di prudenza, circoscrive e circostanzia la più piena delle emozioni.
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