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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 4 (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 4
#10008
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 2 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 9  
Un intervallo cinematografico con quiz annesso.

In quale stracelebre film un tavolino (non proprio da bar) finisce sul soffitto spinto dalle risate dei suoi protagonisti che vogliono prendere solo un tè?

Un piccolo premio è assicurato per la prima risposta esatta giunta entro tre ore da adesso.

Non sforzatevi: è facile.
 
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Ultima Modifica: 2017/08/11 19:30 Da PipPap.
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#10009
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 2 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 9  
Nessuno risponde?
La risposta esatta è "Mary Poppins": potete controllare su youtube la sequenza del tea party.

Era, invero, solo un test di verifica.
Ma, quante persone stanno seguendo queste mie divagazioni?
Una, due? Nessuna.

Voglio solo sperare che siano tutte intorno al tavolino di un bar.

Nei prossimi interventi, allora, cercherò di adottare una diversa metodologia.
 
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Ultima Modifica: 2017/08/14 16:14 Da PipPap.
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#10010
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 3 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 9  
La nostra scelta

Qualche modesto spunto orientativo.


Dobbiamo inviare due fotografie e ne abbiamo, invece, tante.
Meglio, potremmo dire, E invece ci confondiamo in mezzo al bene.
Facciamo, allora, qualche considerazione.
Per prima cosa, le foto devono convincere la nostra persona.
Dobbiamo essere severi con noi stessi, e questo è un segno di maturità; pertanto niente alibi, giustificazioni o altro ancora.
Se le fotografie sono fuori tema, VIA.
Pertanto, solo tavolini da bar e non da salotto, solo tavolini da bar e non banconi da bar, mescite, panche, chioschi, sgabelli o altro ancora.
Se le fotografie sono fuori fuoco, mosse, composte in maniera palesemente illogica - e non se ne vede la ragione o la giustificazione-, VIA.
Attenzione alla profondità di campo: serve solo per mettere in risalto ciò che ci interessa.
Non facciamo i virtuosi del bilanciamento del bianco, dei contrasti, dei cd. livelli; puntiamo alla comunicabilità, alla visibilità, all’espressività di quanto abbiamo privilegiato.
Attenti alle differenti modalità di giudizio che cambiano a secondo della nostra scelta in b/n o in colore, in taglio orizzontale o in verticale (ma su questo non vi intrattengo, ne sapete abbastanza).

A parità di condizioni su che cosa, allora, faremo cadere la nostra scelta?
Pensiamo allo spirito con cui stiamo partecipando al concorso:
- vogliamo sorprendere con “une tranche de vie”?
- siamo dei progettisti di tavolini?
- vogliamo raccontare la nostra giornata?
- vogliamo parlare della nostra ricerca dell’”altro”?
- volevamo andare a caccia?
Ebbene, per tutti questi propositi, vale sempre il suggerimento di Henri Cartier-Bresson: l’attimo deve spiegare la forma, la forma il contenuto e il contenuto la storia; l’attimo deve passare attraverso l’occhio, il cervello, il cuore, così, qualche volta, se prevarranno le ragioni del cuore la foto apparirà più sentimentale, se prevarranno quelle del cervello la foto potrà risultare un po’ cerebrale, se prevarranno le ragioni dell’occhio la realtà sarà, magari, più visibile.

Allora quale sceglieremo?
Quella dove si vede il piccione sul tavolino mentre becca la briciola di brioche?
O quella dove il nostro cagnolino appoggia le zampe teneramente sul tavolino per piazzare una leccata?
Privilegeremo i due fidanzatini che bevono dalla stessa coppa oppure opteremo per la vecchia signora, parata a festa, per l’ennesimo duello con la giovinezza fuggente?
Meglio una fotografia con un personaggio o meglio un gruppo? E il panorama dietro il tavolino, lo mettiamo o no?

Fatevi guidare dalla facilità di lettura di cui dispone la vostra fotografia, dalla ricchezza, varietà, profondità racchiuse nel fotogramma. Cercatele.
Abbiamo capito che deve starci un tavolino, ma sullo sfondo, attorno, sopra, sotto, possiamo metterci, inventarci, quel che vogliamo.

Con “quel che vogliamo” dobbiamo comporre: ovvero disporre in maniera logica, armoniosa, poetica, i pesi della visione, la direzione degli sguardi, i vettori dei gesti.
Un labbro che si appoggia ad una tazzina, la cannuccia della bibita, il frantumarsi di un paté sono architetture visive da non trascurare, semmai da valutare ai fini della scelta.

Sulla base di queste indicazioni, provate, poi, a soppesare il confronto tra le tre o quattro fotografie che avrete selezionato e non dimenticate mai che ce n’è sempre una sulla quale, da tempo, avete, magari con un giudizio di pancia, appuntato la vostra scelta.
Difendete allora la vostra scelta: se le critiche negative scompariranno con facilità, verificatene solo la sincerità e ragionevolezza; se le critiche positive cresceranno in positività, pensate che, forse, siamo sulla buona strada.

Riflettiamo ancora.
Chi dovrà giudicare il vostro lavoro?’
Non di certo il photo editor che deve comporre il layout del giornale; né il pubblicitario che rincorre l’idea nuova, coinvolgente o sconvolgente.
A giudicare saranno fotoamatori come voi che per prima penseranno alla difficoltà incontrata nell’esecuzione de vostro progetto (questa l’avrei saputo fare anch’io). Poi, valuteranno secondo il loro gusto, secondo le loro memorie previe, secondo la loro preparazione. Giudicheranno alla fine sulla base di una correttezza formale ed su un’adesione contenutistica coerente.

Voi, invece, dovete scegliere per VOI.

Durante quest’operazione vi accorgerete che state imparando a leggere le vostre immagini e, se questa operazione la state sperimentando insieme ad altri, vi accorgerete che con le immagini si può dialogare.
Inoltre, scegliendo per voi, saprete almeno di non essere stati compiacenti o furbi.

Poi c’è la fotografia laddove la banda rossa dell’ombrellone ha incontrato in una perfetta curva i biondi capelli della signora che ne hanno spezzato il percorso, per fortuna ripreso dalla sua rossa cannuccia e completato dal rosso dell’aperitivo; e magari la signora ha una corrispondenza o una simmetria nel copricapo di paglia rossa o nel meraviglioso paio di Ferragamo dello stesso colore; e la signora ha due labbra (come tutte le signore).

Se è un giudizio estetico quello che vi guida nella scelta, ascoltatelo.
Quel giudizio è vostro, e se è genuino va ascoltato e condiviso.

E se gli altri non afferreranno tutto ciò che abbiamo visto nella foto da noi scelta?
Magari, forse, domani, ce ne diranno le ragioni.
E se non sarà così?
Andrà meglio la prossima volta.


P.S: ancora un altro post, l'ultimo, e poi tolgo il disturbo.
Lo prometto e lo faccio.
 
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Ultima Modifica: 2017/08/16 11:54 Da PipPap.
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#10011
PipPap (Utente)
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 4 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 9  
Siamo in Giuria

Abbiamo ormai scelto la fotografia che meglio rappresenta il nostro “incontro” con il tavolino da bar.
C’è chi incontra lo Spirito Santo e noi, invece, abbiamo incontrato un tavolino da bar. Pazienza.
Da questo incontro, tuttavia, è venuta fuori un’immagine che vogliano confrontare insieme agli amici fotoamatori. E, con loro, capire se abbiamo incontrato la bellezza, la serenità, il sorriso, o altro ancora.
Ogni confronto, però, ha bisogno di un preliminare esame, in altre parole di una lettura, di un riconoscimento, per poter procedere, poi, ad un giudizio.
Ecco finalmente l’abbiamo detta la parola fatale: giudizio.

Tutto quanto abbiamo qui realizzato, scritto e meditato, alla fine, sta convergendo verso un giudizio.
E la serata del giudizio deve essere un'occasione nella quale dobbiamo apprendere, ascoltando e guardando, per uscire alla fine più esperti e più consapevoli.

Nell’ultima Giuria è stato alquanto mortificante (almeno per me) ascoltare una corsista, gentile e graziosa quanto assertiva, dichiarare che era venuta per apprendere e, invece, in tanta confusione, non stava riuscendo neanche ad ascoltare.
Questo non deve succedere. MAI.
Ognuno deve ascoltare l’altro, ordinatamente, e se non basta il tempo per ascoltare si prolunghi la serata, si anticipi l’orario della giuria, si spezzi il suo’operato in più episodi, ma si salvi il carattere didattico, formativo del suo lavoro, il quale si propone, con i suoi mezzi e con le sue risorse, in maniera democratica, di
ASCOLTARE,
CAPIRE
le qualità di giudizio di ogni suo singolo membro.

Siamo un’associazione, e giurati lo siamo tutti, ed esprimiamo, con il segno o con la parola, il nostro parere. Che sia, allora, un parere chiaro e non l’espressione di chi grida più forte, di chi si sovrappone, di chi, peggio. non cerca una convergenza.
E che la Giuria, nella fattispecie, sia composta dagli intervenuti - i soci ACAF o i partecipanti al Contest -, deve, a mio avviso, apparire un punto di forza perché non siamo in una fiera di vanità intellettuali ma in un contesto di verifica delle nostre attitudini al giudizio e alla critica.

La parola “critica” proviene dal greco “crino”, cioè passare al crivello, al setaccio, per scartare qualcosa e conservarne un’altra.
Quindi, deve esserci un confronto, e occorre scegliere, e occorre decidere con risolutezza e rigore. Questi atteggiamenti non devono essere solo sinceri ed autentici ma anche motivati.
Ci saranno motivazioni che saranno dialetticamente esposte e contrapposte (con passione, perché no?), e motivazioni che invece conforteranno la nostra adesione più intima: l’importante è ascoltare le “ragioni degli altri” che, una volta acquisite, diventeranno il comune patrimonio intellettuale.

Ci proviamo?

Prima tornata di proiezione: veloce e riassuntiva, servirà a darci un’idea della qualità delle immagini pervenute.
Poi, seconda tornata, ogni singola immagine sarà soppesata sia sotto il profilo contenutistico (adesione al tema) sia sotto quello formale (errori tecnici: fuori fuoco, mosso non giustificato, difetto di esposizione, errore compositivo etc.).
E cadranno immagini anche belle (niente proteste!): occorre dimostrare anche di saper fotografare e non solo trovare quello che cerchiamo magari strappando facili consensi.

Alla successiva tornata verrà fuori qualcosa che non ci aspettavamo ma che conoscevamo, cioè la profonda distanza che esiste tra la “banalità” e “l’espressività”.
I due poli hanno caratteristiche e modalità comunicative assai varie ma, grazie al confronto, la Giuria finirà per scartare quelle immagini che non hanno i “numeri” per proseguire; in altre parole quella forza espressiva e quella punta di originalità che occorre per andare avanti.

Se tutto procede bene, e con rispetto di chi vuol imparare, alla fine ci si ritroverà con una dozzina di foto sulle quali confrontarsi.
Su queste fotografie si accentrerà un dibattito che guarderà ad elementi che dapprima erano stati trascurati: lo stile, il messaggio, la qualità della proposta, la ricchezza di contenuto, la possibilità di accedere ad altre letture, di sorprendere, di ridere.
Verrà fuori il valore estetico dell’immagine e questo valore sarà “dentro l’immagine”.
Verrà fuori anche un significato più etico dell’immagine e, attenzione, questo apparterrà all’immagine ma anche a voi e, pertanto, stiamo cauti nel giudizio.

Se tutto starà procedendo bene sarete contenti se, giustamente, una vostra foto sarà scartata (avrete appreso qualcosa) ma non fatevi prendere da eccessiva gioia se la vostra foto si sta avviando a un riconoscimento: la giuria potrebbe avere sbagliato tutto (per questo preferisco che a giudicare siano in tanti e pariteticamente).

Sarà stupefacente constatare che alla fine, tra le papabili vincitrici, le fotografie sono più numerose di quanto pensavate, e vi sarete accorti di avere imparato a vivere dentro e attraverso l’immagine fotografica che significa dentro e attraverso gli occhi degli altri.

Ma occorre disciplina e ascolto, e occorre darsi il tempo per realizzare l’uno e l’altro.

Io termino qui.
Se avete avuto la pazienza di seguirmi , posso sperare nel riscontro di una Giuria, come dire, più avvertita e sorvegliata nel suo comportamento: ho sempre pensato che fornire di una disciplina anche i nostri passatempi e le nostre passioni, sia qualcosa che torni utile anche nella vita di tutti i giorni.

Io ci ho provato. Tolgo il disturbo e buon lavoro.
 
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Ultima Modifica: 2017/08/18 16:49 Da PipPap.
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 4 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 30  
Caro Pippo sono stata lontana dal sito per qualche giorno e leggo solo adesso....sei davvero incredibile, hai fornito mille spunti..mille idee..che spero saranno raccolti da tanti.
Per quanto riguarda il regolamento ne abbiamo preparato uno nuovo che metteremo in pratica proprio per questo contest, sarà una prova, sarà ancora migliorabile, con i tuoi e con i consigli di tutti.

sono sicura di dire qualcosa che pensano tutti : sei unico e inimitabile, una colonna per la nostra associazione.

Non pensare che non leggiamo, è che davanti a te a volte ci sentiamo cosi piccoli da non sapere cosa rispondere, e ci piace ascoltarti( leggerti).


qualcuno su fb ha anche scritto questo messaggio:" Io all'avvocato, mo purtassi 'a casa!"!!!

 
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Re:Contest " Tavolini da bar" - prove tecniche 4 6 Anni, 8 Mesi fa Karma: 0  
Caro Pippo,

ho letto con molto interesse tutti i tuoi post in merito al contest (foto incluse). Un vero e proprio vademecum su "Tavolini da bar" che personalmente ha chiarito parecchio le idee sugli scatti da produrre (o almeno spero).



Vito

P.S. anche se ho visto tantissime volte (ma non di recente) "Mary Poppins", il quiz cinematografico non era così facile
 
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