Davvero un gran signore!
E' il ricordo personale di Francesco Alliata, Principe di Villafranca, duca di Salaparuta, e via via titoli elencando, scomparso alla bella età di novantacinque anni.
Ma il ricordo da personale diviene collettivo e ritrova il nostro Principe, in una serata affollata e convivialissima, ospite dell'ACAF, quale testimone, pioniere ed interprete, della fotografia e della cinematografia subacquea.
Che serata! Altri tempi mi verrebbe da dire. Ma ritorneranno.
Un fiume di memorie, una nostalgia per tanta imprenditoria siciliana dimenticata, umiliata, trascurata.
Una testimonianza artistica di primissima qualità sia per i tempi difficili che si attraversò nel dopoguerra, sia per la penuria di mezzi tecnologici che si andavano inventando giorno per giorno.
Il principe ci portò la prima custodia scafandrata della sua cinepresa che lui stesso aveva progettata; ci portò sequenze che ormai fanno parte della storia del cinema e che gli erano state richieste da Scorzese, per i suoi studi documentativi e per le necessità di restauro.
Assistemmo a "Turi della tonnara" con i fotogrammi catturati sott'acqua, che per la prima volta ci narrarono la cronaca drammatica della cd. "camera della morte"; e poi le note romantiche, forse un tantino gossip, della Bergman e di Rossellini, di Anna Magnani e di un giovanissimo Modugno.
Avvertivamo nelle sue parole ancora tanta gioventù, tanto profumo di mare, tanta gioia di vivere. E parlò di vino e di gelati, di libri e di quadri.
Era un vecchio signore che parlava, davanti agli occhi radiosi di sua moglie Adelaide, ma avvertivo un ottimismo nelle sue parole che non ho mai dimenticato.
Gli chiesi a bruciapelo una definizione della "mafia" e senza tentennamenti la definì "la politica, la politica inutile ed arrogante".
Poche parole, tre, concise, esatte, distruttive.
Addio Principe da parte nostra, e da parte dei fotografi subacquei catanesi che abbiamo avuto compagni di visione, da Bruno Vailati, da Folco Quilici e da tutti gli amici che mi rammentano che sott'acqua non si sentono i rumori, neanche il mio vaniloquio. Si sente solo il confronto con la libertà.
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