Ci svegliamo stamani con una brutta notizia: Letizia Battaglia, la fotografa, la giornalista, la coraggiosa politica, l’indomita donna che abbiamo imparato a conoscere da cinquanta e più anni, non è più con noi.
Scompare con Lei una delle testimonianze più autentiche, e radicalmente libere e incondizionate, delle vicende della nostra Sicilia, E non mi riferisco solo al suo racconto della mafia. Intendo riportarmi alla sua vicenda personale, laddove emerge il coraggioso, anticonformista comportamento di una donna che evade con coraggio e determinazione da ogni gabbia socio culturale per prendersi la sua parte di mondo per riformularne la visione a partire dalla sua Palermo, dalle sue donne, dai suoi “invincibili”.
I suoi libri, la sua biografia ci parlano con discrezione, quasi con pudore, di storie e di vicende che, per noi, rasentano l’eroismo: eppure l’abbiamo avuta accanto, vicina alle nostre visioni, tante volte, a Catania, ad Acireale, dove il suo parlare è stato solo un “grazie” per l’attestato di stima che le facevamo arrivare.
Un ricordo? A Trieste, insieme, tra le tante critiche amare verso la comune sicilianità, difendemmo la storia della Sicilia ritenendo un dovere tenere vive le speranze, l’onore, della nostra terra.
Giungano alla figlia Shobha, compagna di avventura e di poesia, i sensi più profondi del nostro cordoglio. Non mancherà nel nostro sodalizio, l’occasione per rivivere insieme il ricordo della sua testimonianza e della sua indomita attività nel solco di coloro che lei chiamò “invincibili” forse perché, da tempo, già eletti soci della “BATTAGLIA S.R.L. (Speranza, Rabbia e Libertà)”.
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