ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

Still life, silente vitalità, placida vivacità, e potrei continuare a tradurre cercando quegli accostamenti che non mi riportano, ahimè, alla cd. “natura morta”, che sarà senz’altro traduzione fascinosa come immagine ma che, a mio avviso, non rende concretamente il risultato rappresentato e raggiunto.

Il Presidente, martedì passato, ci ha ricordato, da par suo (e soprattutto per esperienza diretta) che realizzare il teatrino dello still life e, magari, intervenire materialmente nell’invenzione della composizione e nella direzione della luce - per chi intende praticare questo genere di fotografia - è impresa possibilissima e per niente onerosa finanziariamente; anzi, l’attrezzatura è quasi sempre a portata di mano ed i suggerimenti per l’adozione di varianti e di novità sono in re ipsa nella natura della nostra ricercata rappresentazione.

Perché, allora, questo genere fotografico mantiene intatto il fascino che possiede in pittura e, ciò nonostante, risulta meno praticato, per esempio, della passeggiata fotografica?
A mio avviso la risposta deve cercarsi nella intrinseca disponibilità del genere a divenire strumento didattico ed espressivo con apparente facilità di risultati e di progetto.
Cosimo ci ha invero spiegato che basta veramente poco: l’attrezzatura l’abbiamo tutti a portata di mano; il buon gusto e la progettazione, beh, quello/a non è proprio in vendita al supermercato sotto casa.
Ed appena cominciamo a strutturare il percorso che vogliamo perseguire ecco che tutta la grammatica fotografica ci si dispiega davanti: profondità di campo, sfondi, luci direzionali, luci diffuse, ombre naturali, ombre portate, inquadratura dal’alto, frontale, ravvicinata, ottiche, tempi etc.etc..
Adottare ciascuna delle proposte significa inoltre confrontarsi su ciò che intendiamo comunicare: ““vogliamo forse dire quanto è interessante lo sposalizio tra due transistors, oppure verificare se una banana ed un fico si accendono di amorosi sensi qualora accostati; ed ancora, quanto è solleticante una buccia d’arancia e quanto fastidiosi, invece, dei crakers frammentati; ed i segni del tempo, e quelli della pietà e quelli dei ricordi?”

Mi fermo con gli esempi e mi riporto all’esperimento di Cosimo.
Domanda: che relazione corre tra un mortaio di rame, due noci spezzate ed alcune fragole fresche?
Per rispondere, dobbiamo riscrivere il suo teatrino in forma di equazione algebrica oppure affidarci alla retorica e, quindi, al gioco delle similitudini, delle analogie, dei contrasti, degli ossimori, della metafore e delle metonimie? In fotografia ci stanno entrambe le soluzioni.

Queste considerazioni mi frullavano per il capo, l’altra sera, mentre alla fine concludevo, tra me e me, che non ciò che stava davanti all’obiettivo era importante ma l’idea che vi era dietro.
Ed è per questo che ogni martedì le domande devono stare più addosso alle nostre certezze. (vice)