Raccolgo certamente il tuo invito… e Rifletto…
focalizzo uno dei pensieri da te suggeriti...
"Le conoscenze tecniche rappresentano una base, non sempre indispensabile, ma spesso necessaria, per la produzione di un’immagine “ragionata”, che ragionata deve appunto essere per non ridursi al semplice gesto di schiacciare un pulsante: click.
Il fatto che “l’immagine si forma prima nella mente poi nella macchina fotografica”, buttata li, tanto semplicemente, da Jordi, quasi con disinvolta noncuranza, si agita e cresce nella mia mente fino a diventare un mostro che si contorce e si aggroviglia nelle proprie spire. "
(…)
"Voi mi direte: “ma tutti facciamo questo a livello inconscio prima di scattare una fotografia!”.
Ecco il problema: l’inconscio non basta! L’inconscio ragiona per modelli, stereotipi, ricordi, schemi prefissati. Ricorderete cosa è accaduto di fronte al maggiolone giallo a Vendicari! Tutti abbiamo rivisto l’immagine di Berengo Gardin! Quanti si sono fermati a cercare una loro personale immagine? Una giusta inquadratura, come poi ci ha suggerito Jordi? Anche sbagliando, forse meno bella, ma frutto di un pensiero personale. Diversa. Ragionata. Eppure era quel maggiolone era li, non scappava, era ancora li quando alla fine siamo tornati dal nostro giro. Dunque?"
Condivido fermamente ciò che dici. Sono alla costante ricerca di un modo che possa indicarmi la via per proporre qualcosa di diverso, di non visto… Non so se ci riuscirò, ma certamente questa ambizione, questa meta, mi aiuta a tentare di restare sempre in rincorsa nel tentativo di superare i miei limiti… alla lunga, magari qualcuno lo supererò pure, chissà!!!
Dicevo rifletto… rifletto sull'immagine "ragionata" di Jordi… parole sante… Ma dimmi un po', non è che esistino diversi momenti per ragionare su una foto? Il ragionamento che propone Jordi e che dovremo certamente tentare di far nostro è un ragionamento sul campo, presente sul luogo dello scatto, è racchiuso in un intervallo di tempo ben determinato ossia quello che intercorre tra la sensazione di aver trovato uno spunto interessante ed il momento dello scatto. Può durare minuti, ma spesso anche ore o ancor di più… e poi… e poi si ripropone uguale nel metodo al prossimo elemento interessante!!!
Credo che esista anche un altro momento in cui ci si dovrebbe interrogare e ragionare su una foto. E' il momento in cui non si ha la macchina fotografica, il momento della riflessione, in cui ci si dovrebbe interrogare su che tipo di fotografia si vuole fare, è il momento in cui concentrati ed ispirati si inizia a pensare in che direzione andare per superarsi, per migliorare per passare oltre… per tentare di trovare un "come" diverso per rappresentare lo stesso "cosa". Il già visto è probabilmente annidato nel "come" e non nel "cosa". Il problema non è ritrarre un marziano (che se mai dovesse capitare di incontrare, prima inizio a scattare e poi provo a stringere amicizia od instaurare un rapporto) e neanche fare un ritratto come lo farebbero su marte, il problema è farlo in modo diverso, in modo nuovo!!!
In che modo, allora? Non so, io ho una mia idea… anzi, direi che non è mia, ma alla portata di tutti… un certo Duchamp ci ha aperto gli occhi in tale direzione. Duchamp capì che per creare qualcosa di nuovo, non occorreva fare nulla di nuovo. Il mondo offre già tutto ciò che serve, basta scovarlo e stravolgerne l'essenza. Ad ognuno la sua strada, ad ognuno le proprie sperimentazioni, ad ognuno il suo grado di ragionamento ed il suo tipo di "foto ragionata", ma una cosa ormai è "quasi" certa dentro me, ne sono sempre più convinto: l'occhio fotografico, l'istinto, l'esperienza, l'abilità tecnica, sono tutti importanti ingredienti per cucinare la miglior portata esistente, ma il ragionamento, la riflessione ed il continuo chiedersi "come" e "perché" sono ingredienti indispensabili da aggiungere per scoprire una nuova ricetta!!!
Buon "ragionamento" a tutti!!
Alberto
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