Mi fa piacere spendere due parole di commento sulla serata di ieri, per chi c'era ... e per chi non ha potuto essere presente.
Come sempre sono stati i due fantastici Salvo Canuti e Pippo (Giuseppa per l'occasione) Pappalardo che hanno meravigliosamente teso il filo conduttore della serata a cui tutti ci siamo allegramente aggrappati. Ma sono state soprattutto le fotografe dell'ACAF che hanno reso interessante e ricca la serata. Le loro foto come ho avuto modo di commentare sono state abbastanza cerebrali con una certa tendenza all'ambiguità espressiva. Tecnicamente corrette, ma questo lo sappiamo non è sufficiente, talvolta irriverenti, altre dolci, inquietanti a tratti.
Pur giocando su elementi semplici, avvalendosi dei mezzi espressivi della foto moderna: il dinamismo del mosso, il taglio esasperato, l'astrazione del dettaglio, il fuoco selettivo. Hanno saputo presentare spunti interessanti, fotografie attraenti ed emotivamente coinvolgenti. (Ma è proprio questa la potenza del genio, inteso come forza dell'intelletto, saper creare con poco qualcosa, immagini in questo caso, che sa colpirti, a volte stupirti, che sembra facile una volta creata e sicuramente è facile da copiare, ma cui prima altri non avevano pensato). Dando spunto ad una ricca conversazione che si è focalizzata in particolare su alcune, ma nella quale tutte direi si sarebbero prestate ad interessanti approfondimenti. La serata è stata inltre arricchita dalla proiezione di un audiovisivo realizzato da una donna, anche questo, manco a dirlo, con una profonditá concettuale notevole, e da una bella raccolta di immagini di fotografe famose del nostro secolo.
Esiste una profonda differenza tra la fotografia colta al volo o documentaria o anche frutto di una capacità di "visione" talora perfino straordinaria nella sua unicitá e la fotografia costruita, che parte da un'idea che poi il/la artista cerca di rendere, a volte in modi persino sbalorditivi, talora forse criticabili, per arrivare ad un risultato finale che ci dica qualcosa che va al di là di ciò che noi stiamo semplicemente osservando fisicamente.
Forse mi sbaglierò ma questo modo di intendere l'immagine mi è sembrato un elemento importante di differenziazione della psicologia maschile e femminile. Lungi da me generalizzare, ma vedo più spesso gli uomini dedicati alla foto descrittiva: il paesaggio, la macro, l'evento sportivo, il reportage, il nudo. Le donne invece sono più metafisiche, anche quando affrontano gli stessi argomenti lo fanno in maniera diversa il nudo, ad esempio non è fine a se stesso, semplicemente rivolto a descrivere un bel corpo di donna. Ma ci parla in quelle foto della maternità, sia come rapporto affettivo/viscerale madre-figlio/a, che nel più profondo legame, non solo di nutrimento fisico, che è l'allattamento. La donna in gravidanza diventa un angelo; sia per il mistero che porta in grembo, sia per il sottinteso rapporto che esiste tra l'angelo e la divina concezione, sia per la condizione stessa della donna (angelo della casa e quasi divina nella sua capacitá di dare la vita, di dare alla "luce", salvo poi a diventare un Lucifero in certe occasioni!). Un contrasto marcato, comunque, tra la materialitá terrena dell'addome gonfio, segnato dall'elemento veristico dell'ombelico estreflesso, e le ali eteree ammiccanti al divino. Alter volte ci colpisce con l’ironia di un contrasto tra un bel corpo di donna che sembra volersi esibire allo sguardo ed il messaggio contro il suo avversario/osservatore/concupito contenuto nella rivista che tiene in mano.
Altre foto presentavano l'eleganza della donna nel gesto vuoi della danza che dello sport. Come anche nel mondo della moda, ma anche qui non in modo descrittivo, ma sempre con l'astrazione di un dettaglio per il tutto, con il mosso a darci l'idea del movimento e della leggerezza, misto ad un certo pittorialismo dell'immagine. Mentre nella moda un momento anche qui incerto con un’espressione quasi di smarrimento, preso dietro le quinte con una messa a fuoco selettiva molto cercata e voluta. Infine, ma sicuramente ne ho dimenticate tante di belle, quella che per la sua gestualità e per la sua tensione dinamica, ma soprattutto per la sua ambiguità e per l'ermetismo della sua autrice, ha dato luogo alle più varie mozioni interpretative, non credo di esagerare se dico tante quanti erano i presenti in aula. Il tutto partendo dalla freschezza di una fanciulla che ci spronava con un classico " se non ora quando" su di un manifesto che esibiva con un misto di orgoglio e sfida, in un abbigliamento che la dice lunga sul personaggio, a partire dal basco di lana.
Insomma una serata interessante.
Salvo mi chiedeva come mi trovo all'ACAF. Rispondo con sincerità dicendo che ho trovato un ambiente caldo e accogliente, dove sono stato trattato da amico, senza spocchia e senza prosopopea da persone sempre franche e cortesi e che queste serate sono per me divertenti e rilassanti. Divertenti perché mi piace, mi è sempre piaciuto, osservare delle belle immagini. La fotografia mi diverte più del cinema, proprio perché non mi fa spettatore passivo, ma richiede un mio sforzo intellettivo interpretativo. Senza volere arrivare a dire che "la bellezza non è in ciò che si osserva, ma negli occhi di chi la guardaa" è però vero che solo una profonda cultura dell'immagine ci rende in grado di assaporare fino in fondo la poesia delle arti figurative. Quello che mi rilassa è la serena convivialità delle serate, senza attriti e arroganze, senza competizioni sanguinarie e partitismi sfrenati, si respira una franca atmosfera di amicizia, quasi familiare. Dove c'è il padre, mai padrone, che conduce per mano gli astanti nel tema della serata e modera le discussioni. Un nonno (non per età, ma per saggezza) che sembra saper incantare l'uditorio ogni volta che decidere di porre la propria cultura e la propria eloquenza al servizio degli amici in sala. Dei figli-fratelli-amici che aspettano il racconto per poi andare a dormire sereni sulle immagini che li dovranno accompagnare per il resto della settimana fino al martedì successivo o fino a che non saranno a loro volta in grado di creare parole ed immagini per se stessi e per quanti vorranno ascoltare e guardare.
Ma questa forse è un'altra storia.
Saluti a tutti.
Emanuele.
PS promettevo ieri un'immagine esplicativa sulla differenza tra uomo e donna.
Eccola: