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Nuovo tema del contest "LE SCALE" (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Nuovo tema del contest "LE SCALE"
#9823
PipPap (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Nuovo tema del contest "LE SCALE" 7 Anni, 2 Mesi fa Karma: 9  
Scale

Per penetrare dentro i tanti significati (e aspetti) del tema proposto per il nostro prossimo contest il suggerimento è sempre lo stesso: pensarci sopra, intensamente, con curiosità e, se ci riuscite, con interesse; vi accorgerete che, dopo qualche minuto, incontrerete e vedrete scale dappertutto e con esse scaloni, scalini, scalette, scalate e altro ancora.

Da dove cominciamo, allora, la nostra riflessione?
Ricordo un film di Samperi, “Malizia”, con la bellissima Laura Antonelli cameriera, intenta a pulire, arrampicata su una scala, generosamente disposta davanti agli occhi strabuzzati del grande Turi Ferro.
Alt! I seniores dell’ACAF suonano il campanello e quindi …. mi adeguo.
Mi rivolgo, allora, al vocabolario che mi rammenta che il primo ed elementare significato di scala è di struttura, fissa o mobile, che permette di superare a piedi un dislivello; è scala pure quell’elemento architettonico, parte di un immobile, dotato di gabbia, tromba, rampa, pedata, scalino, ringhiera, posa mano, che congiunge in altezza più piani.
Riguardo alla seconda definizione possiamo avere scale ripide, piane, morbide, tese, larghe, strette; talvolta sono scale di servizio, di rappresentanza, di sicurezza e possono essere di materiale vario come legno, pietra, ferro. A secondo della struttura (distanza dei gradini) possono essere alla marinara, o alla cappuccina, o a pozzo. Poi, per chi non può salire, ci sono le scale mobili dove ci lasciamo trascinare quasi per gioco; ci sono pure le scale retrattili che scompaiono dopo l’uso.
Se le scale mangiano troppo, ingrassano e diventano scaloni, spesso buoni per rappresentanza; se sono di corda oscillano pericolosamente, se sono a chiocciola fanno girare la testa, se sono a libretto non devi passarci sotto perché il passarci porta iella; l’alpinista se la porta nello zaino e sempre la appende, il pompiere la monta su un automezzo.
Poi le scale servono per appoggiarvi oggetti, trasformarle in porta scarpe, collocarvi libri o vasi da fiori; spesso sono ingombranti e non sai mai dove riporle e scegli sempre un posto non appariscente; nelle biblioteche e davanti alle scaffalature la loro presenza è d’obbligo; bellissime, in campagna, sono quelle dei raccoglitori di ciliegie o d’olive e bellissimo è il tempo segnato sul legno dei gradini.
Ecco, il gradino segna il tempo delle scale: ci giocammo, ci facemmo merenda, ci sognammo e le ombre del ferro della ringhiera sposava i nostri pensieri e le nostre fantasie; quando furono troppi, segnarono anche i nostri reumatismi e i nostri respiri.
E allora mi sovviene che scala è anche una successione regolare di valori che misurano un peso come avviene in una bilancia, o una temperatura come in termometro, o un’ombra come in una meridiana.
E’ anche una voce in busta paga, comunemente mobile e mai ferma.
Quella sismica speriamo che stia sempre ferma.
E’ anche un termine di raffronto quando confrontiamo qualcosa o ci confrontiamo (scala dei valori, rapporto di scala) o guardiamo una mappa geografica.
Ma è presente pure nei giochi specie se la scala la realizzi con i colori delle carte francesi.
E poi le scale sono plastiche, colorate, luminose, ritmate, musicali, leggere , romantiche, oniriche (Jung permettendo!).

E già io penso alle tracce che l’eccellente Daniela D’Arrigo ha lasciato in questo sito in occasione di una sua bella mostra fotografica: andate a guardare.
Già penso allo scalone dell’Università dove Cosimo Di Guardo raccoglie un carillon di giovinezza; penso anche che in quel di casa Apollonia dei bambini salivano e scendevano allegramente una scala. E poi la scala dei Turchi, quella di seta (Rossini), la Scala di Giacobbe .....
Insomma guardatevi attorno, setacciate Catania e provincia: Il toponimo Alessi vi dice qualcosa? ma anche il Giardino Bellini aveva, ha. le sue segrete scale e se scrutate dentro le chiese dei nostri paesi troverete, appunto, il ben di Dio (come si potrebbe giungere a suonare una campana senza una scala?).


Mi pare che basti e allora mi fermo qui.
Ogni suggerimento deve, però, avere la sua “ragione” in un oggetto, in una persona, in un colore, in una linea, in un’atmosfera, in un sentimento.
Vi ricordo che tante donne di mia conoscenza – faccio i nomi di fanciulle poco onorabili e alquanto discusse, come tale Giulietta Capuleti o la Rossana di Rostand - ma anche tante altre signore, da sopra la torre di un castello, davanti ad un buono sguardo, alla fine, hanno pronunciato il più voluttuoso degli “ACCHIANA”,
 
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Ultima Modifica: 2017/01/27 10:25 Da PipPap.
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