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Il corpo della donna visto dal cervello maschile PDF Stampa E-mail

di Marinella Coco

donne_marinella_3_con_firma.jpg Guardandoci attorno, troviamo immagini di corpi  femminili ovunque, sfogliando pagine di giornali, facendo zapping in tv, alzando lo sguardo al semaforo.
Durante il regime fascista, in Italia, l’ideale estetico è divenuto un veicolo di propaganda politica che avrebbe dovuto favorire la nascita del rito della nuova razza italica. Dando inizio al glamour e al fashion photography. Oggi più che mai, l’immagine che predomina delle donne, è collegata a stereotipi culturali tipici della società    patriarcale, legati ad una visione maschile del mondo.
La donna viene considerata come un oggetto, un prodotto, come una decorazione, come ci viene suggerito da un documentario che circola da un po’ in rete dal titolo: “Il corpo delle donne”. Una chiave di lettura sconcertante della visione dell’immagine femminile da parte del pubblico maschile, emerge da un recente studio presentato dall’American Academy of Advancement in Science, dalla psicologa Susan Fiske. La dottoressa ha dimostrato come l’utilizzo continuo da parte dei mass media e delle pubblicità di immagini ritraenti donne belle e sexy sembra agire in maniera inconscia sulla percezione maschile dell’universo femminile. Dai dati rinvenuti dal gruppo di ricerca viene rivelato che le foto di donne seducenti hanno il potere di attivare, in un cervello maschile, le aree cerebrali che normalmente gli uomini azionano prima di usare attrezzi da lavoro.   Contemporaneamente alla visione di suddette immagini vengono disattivati i centri neurali responsabili   dell’empatia, cioè quella capacità che ci rende in grado di interagire con gli altri individui e di comprenderne le emozioni.    Ecco come agiscono le foto di donne sexy, spesso discinte e in pose seducenti.
Tali immagini sono in grado di alterare la percezione che l’uomo ha della donna è come se i maschi pensassero di agire direttamente su quei corpi femminili.
La dottoressa Fiske, alla fine del suo lavoro, precisa che lei non intende inneggiare alla censura, ma ci invita semplicemente a conoscere e sapere quali siano scientificamente le associazioni che possono entrare in gioco nella mente degli uomini quando osservano determinate immagini.
Così come un altro inquietante dato è quello che ci viene fornito dal Women’s Forum Australia, di Canberra, il quale ribadisce come la promozione di atteggiamenti che riducono il valore, la dignità e la stima per le donne contribuisca a creare un clima di oppressione nei confronti di esse ed una crescente violenza fisica verso loro considerate, esclusivamente, come oggetti sessuali.
Ecco che, chi ha in mano una macchina fotografica, ha un’importante responsabilità, perché si possono fare belle foto senza però avere la minima idea della complessità del meccanismo che si mette in atto attraverso un semplice scatto.
È dovere quindi del fotografo ricordarsi che un’immagine è comunicazione, sensazione, sentimento e non mercificazione di corpi.

 
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