Dall' ingegno di oltre venti architetti di fama mondiale e con l' impiego di oltre 2000 operai, nel decennio 2005-2015, è stato rivoluzionato il quartiere milanese di Porta Nuova, assurgendo a un moderno modello di centro urbano eco – sostenibile, dove si alternano abitazioni di lusso, uffici, spazi espositivi, centri commerciali, parchi e giardini, nonché una rete di trasporti completa e capillare.
Vi si trovano edifici all' avanguardia per design ,progettazione e materiali innovativi, autosufficienti dal punto di vista energetico e, cosa affatto trascurabile, esteticamente molto piacevoli allo sguardo ...che dal mio punto di vista definire indubbiamente “fotogenici”.
In questo ambito urbano la proverbiale produttività milanese si incarna in un brulicante andirivieni di manager e donne in carriera nei loro eleganti vestiti, dal passo celere e le borse ventiquattrore tenute saldamente sotto braccio. Li si incontra nelle pause caffè in questi locali ultramoderni o riflessi nelle vetrate degli uffici ai piani alti dei grattacieli o seduti sulle panche di piazza GaeAulenti, vero baricentro di questa operazione urbanistica. Non lontano, nelle zone a verde, un esercito di babysitter filippine passeggiano con biondi pargoletti, intrecciando il loro cammino con distinti anziani signori che portano al guinzaglio amici pelosi di tutte le razze.
Si tratta di scenari inconsueti che mi proiettano in un futuro che sembra ancora lontano anni luce al “meridionale” che vi sta parlando e che non può che stimolare la mia ricerca fotografica, impegnata proprio a creare, o meglio rivelare, la relazione tra l' uomo e questi “contenitori” in cui lavora o abita, utilizzando i mezzi linguistico-fotografici più congeniali ,quali la ricerca di geometrie, contrasto di ombre, appostamenti e lunghe attese che si manifestino queste relazioni inconsapevoli.
Il cantiere di Porta Nuova è ancora attivo e ben presto altre strutture cambieranno lo skyline di Milano , in uno del progetti europei di riqualificazione urbana più importanti e strutturati.
Anche la mia ricerca conseguentemente è ancora ,e lo sarà per molto tempo , una ricerca aperta consapevole che questo luogo, in cui mi diverto letteralmente a inventare “relationships” tra persone a me totalmente estranee, sta in realtà legandomi a se, accogliendomi e stimolando un senso di agio e familiarità che in pochi altri posti ho provato e che non vorrei col tempo mi levasse dagli occhi lo “stupor” che ha nutrito la mia curiosità e lo sguardo.
Francesco Barbera